Ancora sulla libertà e sull'intelligenza del giornalismo nostrano
San Benedetto del Tronto | Risposta a don Armando.
di Pietro Pompei.
Caro don Armando, comprendo che si possa provare tanta amarezza per le "battutacce" riscontrate su alcuni quotidiani in merito all'Avvenimento in piazza del 14-15 Agosto, quando allo stesso non è stato dato il giusto risalto, tuttavia non posso accettare un giudizio così negativo sul lavoro di tanti nostri colleghi giornalisti.
Credimi, il tuo sfogo è ingeneroso. Il loro lavoro è difficile in una realtà sociale, come la nostra, dove "sprazzi" culturali, così come tu li vorresti, sono talmente rari che non sempre sono individuabili, anche perché spesso restano nel chiuso del loro recinto.
Quando ci accusarono di "deserto culturale" da più parti si levarono proteste e dopo momenti di grande fervore, si è ripiombati nell'indifferenza. I giornalisti relazionano su questa realtà che è interessata a tutti gli avvenimenti che tu puntigliosamente enumeri e che vengono presentati come qualificanti della nostra città.
E' ingiusto gravare i giornalisti di tutte le colpe, quando esse, invece, vanno ricercate a monte, in quanto nulla è stato fatto e si fa, per crescere culturalmente, presentando i valori in senso inverso. Anche noi cattolici dovremmo fare il nostro bravo esame di coscienza. Le provocazioni non devono farci chiudere ulteriormente nel nostro "bozzolo", contrapponendo la convinzione che "il nostro essere dentro la realtà, non dipende dalla considerazione dei giornali".
Noi teniamo molto alla stampa e ringraziamo sentitamente i colleghi per la loro disponibilità.Solo in uno sfogo di amarezza posso giustificare espressioni di tal fatta. Cristo, e tu me lo insegni, non si è mai sottratto a quelli che lo snobbavano, ed ha avuto tanta pazienza anche con gli Apostoli. Le notizie, è vero, vanno differenziate, ma non si pretenda dal cronista una scaletta di ordine educativo.
E con tutto il rispetto dovuto per chi ci ha preceduto nell'altro mondo, non mi sembra una buona citazione quella di Gaber che strimpellando, ha fatto la sua fortuna sulla denuncia delle miserie e dei limiti della società. E' stato troppo facile.
Questa volta, caro don Armando, non sono proprio d'accordo con te, pur suggerendo a certi colleghi che le "battutacce" vanno indirizzate ai veri responsabili, facendo nome e cognome. Comprendo che certe "fortezze" economiche sono difficili da attaccare .
Mi raccomando, non dare giudizzi affrettati. Sull'intelligenza anche Freud ci ha sbattuto il muso, e sulla libertà, ogni giorno siamo chiamati a difenderla, anche perché, su come intenderla ed applicarla, e la storia ce lo insegna, gli uomini difficilmente si son trovati d'accordo.
Ti saluto caramente.
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25/08/2003
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