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Fumo: Il Tar da ragione alla Confcommercio

San Benedetto del Tronto | Il tribunale amministrativo del Lazio ha accolto le proteste degli esercenti sulla responsabilità oggettiva: niente più multe per chi non farà lo sceriffo

Baristi, ristoratori, albergatori gestori di discoteche e di sale bingo dovranno limitarsi ad esporre i cartelli a norma di legge sul divieto di fumo. Con la sentenza emessa il 3 Agosto, a seguito dell’udienza del sette luglio scorso, il Tar del Lazio ha dato ragione alla Confcommercio: i ristoratori non dovranno fare gli sceriffi. Nella sentenza si specifica infatti che con la circolare ministeriale del 17 dicembre 2004: “…

Viene dunque imposto un preciso dovere di vigilanza a fini pubblici a soggetti privati, del tutto sfornito di base legale, e che dunque è illegittimo anzitutto per violazione del principio di legalità”.  Sempre secondo il Tar, la disposizione ministeriale avrebbe anche infranto i limiti imposti alla libertà di iniziativa economica privata previsti dall’articolo 41 della Costituzione. Il magistrato ha infatti ritenuto “palesemente erronea l’interpretazione seguita dalla circolare” che faceva oltretutto riferimento alla precedente legge contro il fumo del 1975.  “Il ricorso – si legge nella sentenza – è fondato e meritevole di positiva valutazione”.  “In questa sentenza hanno vinto la legge e il buon senso – afferma Giorgio Fiori, direttore Provinciale Confcommercio – perché l’interpretazione del Tar non fa altro che avvalorare le nostre tesi. Ristoratori, baristi, albergatori e tutti gli esercenti pubblici non possono sostituirsi alle forze dell’ordine e soprattutto non possono mettersi in una posizione di così forte contrasto nei confronti dei clienti che devono essere serviti e non denunciati”.

“Non abbiamo mai messo in forse il valore della legge sul fumo ed il suo obiettivo di tutelare la salute degli italiani – aggiunge Luigi Brugni presidente provinciale Pubblici Esercizi Confcommercio – e la nostra protesta è sempre stata incentrata sull’inadeguatezza da parte degli esercenti nello svolgere funzioni di pubblica sicurezza. L’affermazione – sottolinea Brugni – del principio della mancanza di responsabilità degli esercenti e di tutti i responsabili degli uffici potrebbe servire anche al ministro della Salute per riconsiderare i limiti di applicabilità di questa legge sui cui principi siamo sempre comunque stati d’accordo”. 

04/08/2005





        
  



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