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Società partecipate: il centro sinistra vuole chiarezza

Ascoli Piceno | Un confronto democratico in consiglio comunale per discutere e tutelare gli interessi dei cittadini. Il ricorso alle autorità giudiziarie solo nel caso in cui è necessario ristabilire la democrazia e la legalità

Il consiglio comunale affrontò il tema della società partecipate il 23 marzo del 2005, in quella occasione erano all’ordine del giorno diversi delibere che interessavano tutto il sistema dei servizi pubblici erogati ai cittadini ascolani, come per esempio l’adeguamento dello statuto della società Ascoli Servizi Comunali Surl con modifica dell’oggetto sociale e l’adeguamento dello statuto della società Piceno Gas Vendita Srl. I componenti del consiglio comunale non discussero tutti i punti all’ordine del giorno, la seduta fu sospesa e la discussione di questi specifici temi fu rinviata a data da destinarsi.
 
Nella conferenza stampa indetta nella Sala Massy del Palazzo dei Capitani dai componenti della minoranza consiliare emerge che non c’è ancora chiarezza, anzi, dopo l’azione popolare presentata alla fine di luglio (denuncia in tribunale come cittadino elettore che richiede la presentazione della tessera elettorale e della carta d’identità) i fatti sono ancora meno chiari e trasparenti.
 
Tale denuncia pare abbia costretto il Sindaco di Ascoli Piceno a presentare le dimissioni da tutte le società partecipate. Un grande risultato politico ottenuto dal centro sinistra ascolano che è maturato dalla non capacità di ascolto della giunta in consiglio comunale. Infatti nella seduta del 23 marzo anche autorevoli esponenti del centro destra e in particolare i consiglieri dell’Udc, hanno espresso perplessità sulla gestione delle società di proprietà del comune di Ascoli Piceno.
 
L’amministratore unico delle diverse società comunali era il Sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani seguito da un piccolo ma compatto Consiglio di Amministrazione composto solamente da assessori comunali e alcuni consiglieri di maggioranza.
 
Il Sindaco quindi oltre a coprire la carica di primo cittadino era il presidente di 4 società del comune: la Ascoli Servizi Comunali, la Piceno Gas Distribuzione, la Piceno Gas Vendita e la Start. Da questa sovrapposizioni di cariche nasce la problematica di come esponenti della giunta e della maggioranza consiliare sono sia i controllori, dato che sono delegati dal consiglio comunale al controllo delle società e nello stesso tempo i controllati, dato che fanno parte dell’organo gestionale delle società.
 
Il consigliere comunale l’avvocato Roberto Allevi evidenzia come tale situazione sia legittimamente scorretta e come il Testo Unico degli enti locali con chiarezza esprime l’impossibilità di una cosiffatta condotta che è stata ampliamente riconosciuta a livello locale dalle dimissioni del Sindaco Celani dalle società. A livello nazionale c’è un approfondito è attento dibattito su queste tematiche, infatti diversi ricorsi alla Cassazione hanno costretto dei sindaci a dimettersi, come per esempio a quello della città di Ponza.
 
La distorsione e la interpretazione di regolamenti a tutela dei cittadini su questa tema è molto attuale anche in Parlamento, ed ha origine da una legge sopranazionale sancita tempo addietro dal Parlamento Europeo. Tale norma decreta che gli enti locali (provincie e comuni) non possono più erogare direttamente i servizi pubblici ai cittadini, quindi i servizi per cittadino sono stati scorporati dalla gestione dell’ente e affidati a società che per adesso sono di proprietà o a partecipazione maggioritaria dell’ente che le ha generate.
 
Entro il 1° gennaio del 2008 il comune di Ascoli non potrà avere più del 49% di ogni società partecipata, quindi è logico che investitori dovranno entrare e acquistare quote delle società. Una normativa europea contestabile ma che ha il dichiarato scopo di aumentare l’efficienza dei servizi erogati e l’abbassamento dei costi per effetto del libero mercato.
 
Per il consigliere Gianfranco Bastiani i servizi pubblici non possono essere programmati ma solo gestiti dal privato, Catalucci chiede chiarezza e trasparenza mentre Brandimarti si interroga perché i 53 dipendenti non sono stati assunti.
 
Sempre Brandimanrti tira in causa Alleanza Nazionale e quindi Guido Castelli, Roberto Allevi si domanda come mai sono così attaccati alla poltrona e auspica che nel consiglio di amministrazione delle società partecipate vengano posizionati professionisti ed estranei alla giunta e al consiglio comunale.
 
Rocchi non vuole rivolgersi nuovamente alla giustizia, è interessato al rispetto della legalità e alla trasparenza e invita la maggioranza di governo ad un confronto politico per risolvere queste problematiche, anche se ricorda che quello giudiziario è un percorso parallelo e autonomo che va seguito.
 
Come per dire sbagliare è umano perseverare è diabolico, comunque è necessario ricordare che il centro destra dal consiglio del 23 marzo non ha intrapreso azioni istituzionali e le notizie sono trapelate solo per mezzo stampa.
 
Proprio da queste notizie si apprende che tre assessori della giunta Celani sono stati indicati come suoi successori, cosa che secondo Catalucci non cambierebbe la sostanza ma solo la forma, dato che l’incompatibilità non esiste solo per il primo cittadino della città.

04/08/2005





        
  



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