Illuminazione pubblica sotto accusa da parte dell'opposizione.
Falerone | I consiglieri della minoranza dopo l'ultimo Consiglio comunale hanno criticato la giunta per le spese di realizzazione di alcune nuove linee elettriche che sarebbero lievitate enormemente.
di Alessio Carassai
Lo scorso venerdì si è riunito il Consiglio comunale di falerone per la discussione di undici argoemnti all'rdine del giorno. Tutte le questioni sono state approvate, ma la minoranza sulla questione della pubblica illuminazione ha tirato fuori le unghie.
"L'importo residuo dell'avanzo di amministrazione del 2003 - ha commentato il consigliere Adele Ciccangeli - pari a circa 32 mila euro, avanzo di amministrazione 2003 circa 57 mila euro dei quali circa 25 mila già utilizzati per il Piano Regolatore, sarà utilizzato e non sarà sufficiente a copertura delle maggiori spese sostenute per i nuovi impianti di illuminazione. Il progetto iniziale dell'ingegnere Lautizi prevedeva la realizzazione di 5 nuovi impianti nelle vie Bellini, Pozzo, Santa Margherita, Pacchiarotti, Brodolini ed i lavori sono stati affidati ad una ditta di Montegiorgio per l'importo di 87.500 euro. A seguito delle segnalazioni dell'elettricista comunale, del tecnico comunale, dei consiglieri della "Spiga di Grano" della Provincia e della Soprintendenza che segnalavano difformità degli impianti rispetto alla normativa vigente, incompatibilità ambientali e problemi relativamente agli attraversamenti delle strade provinciali.
Il progettista ha presentato elaborati integrativi in base ai quali si è reso necessario procedere ad una correzione dei lavori già fatti con sostituzione di materiali e modifiche sostanziali rispetto al primo progetto. Poi è stata incaricata una ditta di Ancona di controllare e verificare la realizzazione dei tre impianti realizzati: via Bellini, Santa Margherita e Pacchiarotti. Da una spesa iniziale di 87.500 euro per 5 impianti si è giunti alla spesa di 110 mila euro per 3 impianti, e questa spesa riguarda solo i materiali e il lavoro della ditta, se alla somme aggiungiamo la progettazione, la consulenza, l'iva, e le altre spese arriviamo alla somma di circa 140 mila euro per 3 impianti realizzati.
La minoranza ha messo in evidenza che gli errori commessi nella realizzazione degli impianti non derivano certo da imprevisti ma da normative vigenti completamente ignorate. Per aver dimenticato che il tratto finale di via Pozzo è una zona di interesse archeologico dove appena si gratta la terra escono fuori reperti e dove hanno voluto fare degli orribili buchi ora ricoperti da pietosi drappi bianchi avendo questi scavi già provocato danni al patrimonio archeologico che giaceva da millenni sottoterra. E i materiali che sono stati utilizzati e non erano a norma. Non c'era un direttore dei lavori a controllare". La minoranza ha annunciato di volersi rivolgere alla Corte dei Conti.
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05/08/2004
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