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Akasha Vladimir in "Piccolo Fagotto" e "Luna celestiale"

San Benedetto del Tronto | Il tema dell'abbandono e della ricerca della speranza in un'oscurità rischiarata dalla luna, in due nuove poesie.

di Akasha Vladimir

Piccolo Fagotto
 
Ti ha buttato giù come fossi spazzatura
e sei caduto violentemente a terra
senza nemmeno accorgerti
di che cosa ti stava succedendo:
nessun grido, nessun pianto.
 
Sei stato privato dell’amore materno
che ti spettava di diritto,
diritto di vivere.
Sono state proprio quelle braccia
che ti hanno tenuto per un istante
a scaraventarti giù dal balcone
per un’ ingiustificabile disperazione.
 
La tua vita terrena così si è spezzata,
il tuo corpicino ora giace a terra,
ancora caldo ma immobile sotto la pioggia,
Dio sta piangendo per te e per lei.
 
Nel tuo assurdo volo
gli angeli ti hanno addolcito
l’atterraggio con le loro ali
e la tua anima è stata presa in loro custodia.
 
Non temere, la Madre di tutte le madri adesso
ti sta già cullando tra le sue braccia
e cantando soavi ninna nanne
per farti scordare
il sapore di una breve ma amara vita terrestre.
 
Una madre disperata fa gesti inspiegabili,
non rendendosi conto delle sue azioni.
Solo quando qualcuno ti  ha trovato giù nel piazzale,
i cherubini hanno trattenuto per le braccia
la tua mamma che ha chiesto perdono a te,
anima innocente e pura,
avvolta in un bianco lenzuolo
come un piccolo fagotto.
 
Luna celestiale
 
Tu che splendi ogni notte,
o luna celestiale,
non vedi
l’orrore dell’oscurità?
 
C’è una parte di questa vita
che di notte porta scompiglio.
O luna celestiale,
non ti accorgi
di quanti esseri perdono la vita?
Di quante anime immortali
salgono lassù da te ogni sera?
 
A volte avverto paura,
correndo per quei vicoli notturni,
così lugubri e solitari.
O luna celestiale,
ma perché fai questo?
Illumina le strade buie,
non permettere il sopravvento dell’oscurità.
 
O luna celestiale,
fai più luce,
rischiara i cuori cattivi,
rendili puri.
La notte è traditrice,
spesso porta via
ciò che si ha di più caro.
 
Non scorderò mai,
il giorno in cui i miei occhi
hanno assistito all’amara scena
di un viso insanguinato
quasi privo di sensi,
che chiedeva:“Cosa è successo?”.
 
O luna celestiale,
tu che ascolti
queste mie parole indefinibili,
esaudisci il mio desiderio:
dona luce e non buio eterno!

05/08/2004





        
  



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