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L'Adriatico non è frontiera alcune precisazioni

| Lettera alla redazione del Segretario Nazionale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

di Oliviero Zoia*


Gentile Redazione,
su un articolo del 4 agosto del Vostro quotidiano, gli Esuli Giuliano-Dalmati (che la nostra Associazione rappresenta) e abitanti nella Vostra provincia ci segnalano l'uso improprio ed errato delle denominazioni delle nostre città di origine nell'articolo "Ancona: L'Adriatico non è frontiera". Zara viene chiamata Zadar, Fiume viene chiamata Rijeka e soltano tra parentesi figura la dizione corretta di quest'ultima. Sono decenni che lottiamo per l'affermazione di una verità storica per troppo tempo celata e contro l'ignoranza geografica di quelli che dovrebbero essere i nostri migliori cervelli. 

E' sì vero che oggi la dizione croata di Fiume è Rijeka e Zara è Zadar, ma Fiume è Rijeka così come Londra è London e come Parigi è Paris, ovvero hanno una denominazione italiana di uso corrente; tanto più che queste nostre città conservano ancora ben presenti i millenni di storia italiana, che le rappresentano a pieno titolo nella storia condivisa della nostra nazione.

Oggi che anche il Parlamento ha riconosciuto questa storia e i suoi drammi dell'ultimo dopoguerra, con la legge di istituzione del Giorno del Ricordo, appare ancora più stonato il testo del Vostro articolo, che moralmente ricaccia indietro tutta la nostra comunità nell'oblio dal quale faticosamente è uscita.

Non vorremmo che proprio oggi che l'intero arco politico nazionale riconosce le nostre sofferenze di comunità della diaspora, il Vostro giornale rappresentasse un esempio negativo di una storia che si ostina a non essere condivisa.

* Segretario Nazionale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

06/08/2005





        
  



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