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Ciccanti:“I signori di campagna hanno una identità”

Ascoli Piceno | La replic a del senatore Ciccanti ad Agostini e Mandozzi

di Amedeo Ciccanti

Amedeo Ciccanti

 
Qualche giorno fa, ho ritenuto politicamente doveroso difendere le istituzioni democraticamente elette, con maggioranza di centro destra, nella città di Ascoli e nel resto del territorio, i cui rappresentanti erano stati ingiustamente con linguaggio rozzo ed arrogante, minacciati ed intimiditi, nell’esercizio delle loro funzioni, da alcuni rappresentanti politici che ho definito – senza far nomi – “ signori di campagna” assunti a novelli satrapi.

Guarda caso, rispondono all’appello Agostini e Mandozzi, che nessuno aveva nominato, ma che – purtroppo per loro – tutti avevano identificato nell’immaginario collettivo come figure esemplari di tali atteggiamenti decisi ed ultimativi. Bontà loro, hanno rivendicato l’orgoglio di essere esponenti di “ campagna “, dandoci a credere di rappresentarne la migliore tradizione, che certamente non è quella dei “ padroni di campagna “ alla quale mi sono riferito.
Infatti, dal “calesse e cavalli” all’auto blu, l’atteggiamento  da “ sor padro! “ è lo stesso: chi non si adegua al pensiero  unico di chi comanda, ha i viveri ( nel caso nostro leggasi finanziamenti ) tagliati.
Se devo dare un consiglio a questi due novelli satrapi della politica, verso i quali nutro più simpatia per il loro dilettantismo che risentimento politico, dico loro di tornare ad assumere il sano e ricostituente sapore del contadino – verso il quale mi identifico con naturalezza e non per ideologia- invece che del “ padrone “; rimettendo in discussione dinamiche psicosociali che possono portare fuori strada.
Venendo alla politica vorrei chiarire ai due prodi ( con la lettera minuscola) del centro sinistra nostrano che il sottoscritto “ On. Paesano “ è si figlio di quel “ sottobosco “ di quel sistema di potere definito “ Prima Repubblica “ ( mi fa piacere che avete usato le maiuscole), ma figlio storico non degenere, per averne sempre combattuto i vizi e le iniquità imposte da uomini come Prodi ( con la lettera  maiuscola), e Merloni nella Marche di cui oggi vi fregiate come marchio di qualità, nella speranza che possiate fare ancora per qualche anno un giro  sul “ calesse” ( pardon auto blu) “ de lu sor padro!”.
La differenza tra la mia storia e la vostra, è che con Follini lottiamo politicamente per uscire da questa seconda repubblica, che non si è rivelata migliore della prima , mentre Voi  lottate per imprigionarci definitivamente  il popolo italiano.
Per quanto riguarda poi la mia ricandidatura al Senato, state tranquilli non ci sono rischi !.
Vi fa sicuramente gioco che qualche vostro emulo della periferia fermana, ansioso anche lui di comandare su Ascoli  attraverso modesti “quaquaraqua” da retrobottega, provi a manipolare la realtà, ma voi e costoro non avrete da discutere con me, ma con il popolo ascolano che sa bene da che parte sta il giusto !.
Invece di auspicare la mia fini per “ mano amica” secondo la peggiore storia politica, perchè non vi candidate uno di voi al Senato nel 2006 ?.
 Perchè non ci mettete  la vostra faccia al cospetto del giudizio popolare ?. Avete paura di perdere “ il calesse” ?. Non avete la fiducia del vostro partito o dei vostri alleati ?.
Pensate di non aver preso di più di quanto avete finora dato a questo lembo del territorio marchigiano ?.
Bene: accettate la sfida, dentro e fuori la vostra parte politica dichiaratevi fin da adesso  pronti al giudizio popolare, senza apparati di potere e senza le clientele accumulate con il sottopotere locale fatto di sussidi, prebende , favori e aree edificabili.
Un confronto a mani nude è quello che vuole la sana storia  della campagna ascolana : Qui vi aspetto!.
So bene che chiunque di voi perda, rimane senza lavoro, perchè vivete di solo politica; ma è anche vero che se tocca perdere a me, mi aspetta il “ campo di concentramento” della provincia rossa di Rossi e Mandozzi.
Fare il  patto dell’onore della armi potrebbe essere una soluzione, ma la politica vera chiede che venga premiata un’azione non una persona; questa è la differenza tra una buona politica e una cattiva politica. Vorrei tanto che nel 2006 fossero gli ascolani a giudicare cosa ha fatto Agostini per Ascoli in sette anni che governa la Regione Marche , come feudatario rosso della “ Bassa Marca” con l’aiuto di Colonella e Mandozzi e cosa ha fatto l’On “ paesano” nei suoi cinque anni di parlamentare di provincia.

06/08/2005





        
  



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