Il caso della badante aguzzina di Monteprandone documenta ulteriormente, con drammatica evidenza, le difficolta' in cui versano le famiglie marchigiane nel rapporto con la non autosufficienza.

Non si sono spenti gli echi dell'approvazione del piano sanitario ed ecco che la vicenda delle sevizie perpetrate ai danni dell'anziana residente nella frazione di Centobuchi fa riaffiorare alla mente le denunce di cui si sono resi promotori i sindacati, le associazioni di volontariato e gli operatori sociali.

Appena il 10% delle persone fragili o disabili usufruiscono, nelle Marche, di un'assistenza da ritenersi "adeguata" secondo i parametri di legge. Anche per questo nella nostra regione il ricorso alle badanti diventa sempre piu' frequente. Il fenomeno, tuttavia, deve essere regolato attraverso una disciplina che preservi le famiglie dal rischio di affidare i propri cari alla persona sbagliata. Che, come dimostra il caso di Monteprandone, non necessariamente e' una straniera.

Il gruppo di Alleanza Nazionale in regione ha presentato da tempo una proposta di legge redatta dal sottoscritto per giungere all'istituzione di registri provinciali riservati alle badanti in possesso di requisiti certificati. Un aiuto concreto, dunque, in favore di quanti intendano reperire un assistente familiare che presenti un congruo grado di affidabilita' e capacita' professionale. Spero che la regione non indugi ulteriormente e acceleri l'iter di approvazione della legge. In questo senso ho sollecitato il Presidente della V Commissione Luchettii a procedere alla valutazione dell'articolato gia' alla ripresa dei lavori di settembre. E' il minimo che la Regione possa fare.

*consigliere regionale AN