La voglia di gelato
| Il gelato come alimento in sé è facile da digerire, ha meno grassi di un cheeseburger e patatine, contiene latte, proteine, calcio fosforo. Ideale per un regime alimentare equilibrato.
di Prof. Galiè Emidio
L'estate è nel suo clou: il caldo torrido di questi giorni invita a dissetarsi sempre più di frequente e a cercare refrigerio in prodotti e cibi freschi e di veloce consumo.
Il gelato la fa da padrone sulle spiagge, nei bar e nei punti di ristoro disseminati per le città. C'è chi preferisce il cono artigianale e chi si orienta all'acquisto di gelati confezionati. La scelta è ampia e le principali aziende italiane lanciano sul mercato novità supportate da campagne pubblicitarie indirizzate soprattutto ai giovani. Per mirare al target prescelto utilizzano canali di comunicazione semplici e diretti: la radio, gli spot televisivi, una cartellonistica accattivante e coloratissima.
Anche il mondo della musica e dei grandi concerti in tour nelle città italiane è stato coinvolto attraverso concorsi e iniziative ad hoc. Un'indagine statistica ha rivelato che i consumatori di gelati confezionati in Italia sono 24,4 milioni. Il prodotto va molto tra i teen agers soprattutto come merenda, ma spopola anche fra i trentenni che lo consumano al posto del pranzo.
Il successo del gelato industriale e più che positivo, al di là delle aspettative: il 94% reputa l'offerta vastissima per tipi, gusti e formati e distribuita capillarmente su tutto il territorio nazionale, per il 91% è un prodotto amato e buono, per l'87% è assolutamente sicuro e controllato, diversamente dal gelato artigianale. Ma ciò che emerge con più forza è l'idea che il gelato confezionato sia "l'espressione di una grande tradizione italiana", un prodotto assolutamente made in Italy nel settore alimentare (così come quello fresco).
Il gelato come alimento in sé è facile da digerire, ha meno grassi di un cheeseburger e patatine, contiene latte, proteine, calcio fosforo. Ideale per un regime alimentare equilibrato, una dolce concessione a fine pasto, uno "sfizio" gratificante e porta il buonumore. La facilità con cui è reperibile, inoltre, è un elemento in più che aiuta ad aumentare i consumi. Le aziende produttrici puntano sul packaging che, di solito, è invitante, mentre gli spot tv aiutano a visualizzare meglio il prodotto e a renderlo immediatamente riconoscibile.
I primi gelati confezionati nascono sul bastoncino, sono ricoperti di cioccolato al latte, poi fondente o bianco arricchito di granelle croccanti di mandorle o nocciole. Il cono rimane una prerogativa del modello cornetto che da semplice alla panna con cioccolato e nocciole si evolve in mille gusti e varianti: gelato al vago ricordo del whisky, all'amarena, al doppio cacao; le coppette da passeggio variano nella confezione ora di plastica ora di cartoncino colorato arricchite di strati di meringa, di amarene, di caffè.
Le dimensioni a poco a poco aumentano: i gelati sono sempre più extralarge, più cremosi, più ricchi di ingredienti e più belli nelle loro confezioni dai colori cangianti. Cambia anche l'idea di gelato che diventa un gelato-non gelato, uno snack. Oggi, a sorpresa, l'inversione di tendenza: il gelato sul bastoncino si restringe, si fa sempre più mini", rispondendo così all'esigenza dei suoi fan.
Il consumatore di gelato infatti è un goloso, ne mangerebbe in grandi quantità ma psicologicamente vive sensi di colpa dietetici. Meglio allora un mini gelato dopo cena, tanto per tingere di togliersi la voglia.
E fra i nuovi arrivati c'è né uno non per tutti. Occorre avere almeno 16 anni per consumarlo perché è il primo gelato alcolico ed è la novità estiva del gelato confezionato, indirizzata soprattutto ai giovani. Al gusto vodka-lemon, ha 3,5 di gradazione alcolica.
Perché non se ne produce uno alcolico fresco? Abbiamo lanciato l'idea e tanto ci basta.
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13/08/2003
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