"Ora non ci sono più alibi, l’organizzazione del cabaret amore mio ha mostrato tutta la sua fragilità, si è pensato al mazzo di fiori direttamente da San Remo, e si è dimenticato di prevedere la pioggia.

Come mai nessuno ha predisposto una sede al coperto dove svolgere il cabaret amore mio?

Eppure un temporale estivo non è un evento cosi remoto, il buon senso imporrebbe  di individuare in fase di programmazione una sede coperta, indicandola in tutto il materiale divulgativo, locandine, biglietti ed inviti.

 

Invece gli organizzatori del Cabaret Amore Mio, staccano i telefoni a disposizione della manifestazione, e fino alle 20,30, hanno avuto come unica alternativa la preghiera, almeno per chi non è ateo.

Poi finalmente hanno individuato in emergenza il teatro “Calabresi”, e con tutta una serie di disagi e ritardi si è fatta la serata finale.

Insomma una manifestazione alla ventunesima edizione, di rilevanza nazionale, nata dalla creatività, dalla passione e dallo spirito di sacrificio, di alcuni grottammaresi, che non prendevano lauti compensi come gli attuali organizzatori, non può andare in crisi per un temporale.

 

Nei prossimi giorni con una interrogazione chiederemo chiarimenti per l’accaduto, ritenendo già da oggi che vi siano responsabilità gravissime, che potevano compromettere in modo grave ed irreversibile la serata, danneggiando l’immagine ed il prestigio della manifestazione.

Auspichiamo che al contrario del passato l’amministrazione, individui la responsabilità, politiche ed organizzative di tale errore.

Sognando potremmo anche pensare che, con un atto di coraggio qualcuno si prenda le proprie responsabilità, e magari faccia le dovute considerazioni.

Inoltre si è promosso il vivaismo sanremese dimenticando quello locale, sicuramente non concorrenziale, bensì alternativo, ma di rilevanza nazionale tanto da poter meritare di essere menzionato.

 

Inutile ricordare che gran parte dei soldi per la realizzazione della manifestazione viene sborsata dal nostro comune, e non per promuovere la città ligure.

Se qualcuno avesse voluto veramente creare una sorta di gemellaggio tra le due realtà produttive, avrebbe avuto il doveroso onere di informare i vivaisti locali.

 

Conveniamo che è nobile e di buona maniera regalare un bel mazzo di fiori ad una signora, e sicuramente quale migliore garanzia di qualità che regalare prodotti sanremesi, ma perché non dare tale ambascia ad un rappresentante del vivaismo locale?

Speriamo che qualcuno abbia il buon gusto di promuovere la nostra città ed in particolare il vivaismo a San Remo."