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A proposito di infrastrutture e nuovo modello di sviluppo per le Marche

Fermo | Di fronte alla polemica legata alla contrapposizione tra arretramento dell’A14 o terza corsia Legambiente non può non continuare ad intervenire

di Francesco Ferrante e Luigino Quarchioni*

 
Di fronte alla polemica legata alla contrapposizione tra arretramento dell’A14 o terza corsia, che negli ultimi giorni ha raggiunto toni, a nostro avviso, di basso profilo e legati a interessi personalistici, Legambiente non può non continuare ad intervenire.
 
Siamo convinti che le scelte coraggiose della Provincia di Ascoli Piceno e del Presidente Rossi, in particolare il no all’arretramento – avallato anche dalla stessa Regione Marche - e il sì alla metropolitana di superficie Ascoli – Porto Sant’Elpidio, siano quelle che più di altre restituiscono un profilo di futuro realistico e desiderabile per quel territorio e pertanto vadano sostenute.
Ci appaiono invece incomprensibili le posizioni di chi sostiene l’arretramento definendolo “la prima priorità”: è una visione assolutamente miope immaginare che oggi lo sviluppo del nostro territorio dipenda dall’autostrada... bene che andasse, si genererebbe un po’ di speculazione per i proprietari dei terreni adiacenti alla stessa! Di fronte a un’economia che continua a perdere competitività e alla crisi pesante che alcuni settori, su tutti il calzaturiero, stanno attraversando, crediamo che l’unica carta in mano nostra  sia il binomio territorio e qualità.
 
Pensiamo al paesaggio, al ricco patrimonio storico artistico, con la storia scritta nelle nostre valli, le tradizioni, le produzioni tipiche, le manifatture di qualità..ingredienti che più di altri possono generare un nuovo sviluppo e far recuperare concorrenzialità nel mercato globale.
 
Se è questo il modello di sviluppo cui guardiamo, e per fortuna non solo noi ambientalisti, le infrastrutture sono sì un elemento importante, ma funzionale. Francamente, in che misura l’arretramento dell’autostrada è funzionale  a questo modello? Ci farebbe davvero recuperare competitività con la Cina o promuovere meglio il nostro territorio? Assolutamente no. ..non è stata certo la ventilata autostrada l’elemento che ha fatto guadagnare all’entroterra fermano e piceno le lusinghe di quotidiani e media internazionali! Il forte impatto ambientale di cemento, piloni, gallerie, ponti e viadotti indebolirebbe senza dubbio questa capacità attrattiva, per non parlare poi dei pesantissimi costi da sostenere.
 
Anche supponendone la disponibilità, a fronte dei “risicati” bilanci degli Enti Locali, ci sembra senz’altro più strategico e lungimirante investire tali risorse nell’aumentare la nostra capacità di futuro: più ricerca, innovazione, più manutenzione, cura e promozione dei beni storico artistici e dei paesaggi, più ricettività diffusa, più produzione di qualità. Eccola, a nostro avviso, la “prima vera priorità” del territorio.
 
Una cosa è certa: la statale 16 è in emergenza e il traffico che soffoca le città e rende la vita difficile a tanti cittadini va ridotto al più presto. C’è chi per decongestionare la statale sostiene l’arretramento dell’autostrada: niente di più miope e poco lungimirante, siamo zeppi di precedenti negativi. L’inutilità e l’inefficacia di tale soluzione è già stata dimostrata da tantissime esperienze italiane e non, per cui a più strade è finito sempre per corrispondere più traffico, spostando così semplicemente il problema avanti di qualche anno.
 
C’è invece chi come noi, sostiene da tempo il potenziamento del trasporto pubblico per convincere sempre più marchigiani a salire su bus e treni, a beneficio della qualità della vita di tutti. Uno scenario niente affatto impossibile. Uno studio commissionato dall’UE ha rivelato che la tratta ferroviaria attuale potrebbe ancora ospitare circa 140 treni al giorno, il che conferma ancora una volta la fattibilità della metropolitana di superficie. Per non parlare poi dell’utilità del potenziamento della rete di piste ciclabili o dei parcheggi scambiatori che disincentiverebbero senz’altro l’utilizzo dell’auto. Per disegnare questo scenario è necessario sia il contributo delle politiche nazionali, ad oggi insignificanti se non dannose, che un’alleanza tra le regioni e province adriatiche. È questa la sfida che attende la giunta guidata da Rossi, che può, a nostro dire, diventare protagonista di una vertenza nazionale per recuperare gli elementi peculiari del progetto “Corridoio Adriatico”.
 
L’attuale dibattito che ha preso il la con i consigli provinciali aperti di Porto Sant’Elpidio, deve continuare e rafforzarsi della più ampia partecipazione democratica di tutti i soggetti istituzionali e non, ma, ci auspichiamo, abbandonando una volta per tutte schemi di ragionamento vecchi e superati che ci hanno già fatto perdere tempo e opportunità.
 
 
* Direttore Generale Legambiente e Presidente Legambiente Marche

11/09/2005





        
  



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