Un atto inammissibile, intollerabile, inaccettabile.

Con queste parole si è espresso Labdidi Abdellah, presidente della comunità islamica locale, in merito alla triste vicenda del sequestro di quelle che sono oramai diventate "le due Simone".

“Esprimo la solidarietà mia personale e quella della comunità islamica che rappresento alle famiglie delle due donne rapite e alla comunità italiana tutta. Quello messo in atto a danno delle due volontarie è un atto terroristico inaccettabile ed intendiamo aggiungere la nostra voce a quella delle comunità islamiche che sono scese in piazza per manifestare il loro dissenso a tali atti”.

Labdidi Abdellah ha espresso il pensiero di tutta la comunità islamica del territorio fermano.

 “Il mio vuole essere un richiamo ai rapitori delle nostre due donne - aggiunge dimostrando di sentirsi parte integrante della comunità italiana a tutti gli effetti - che sono portatrici di pace come lo erano nel 1992. Non fanno parte di quel conflitto d'interesse che sottostà alla guerra, sono parte di associazioni umanitarie alle quali va tutto il nostro ringraziamento per l'infaticabile opera svolta”.

Nello scendere in dettagli relativi a coloro che stanno mettendo ed hanno messo in atto comportamenti terroristici, Abdellah è chiaro e preciso. “Io conosco la cultura islamica, le tradizioni, la religione islamica - precisa invitando a non incorrere nell'errore di generalizzare - e posso dire senza paura di essere smentito che non si tratta di una cultura della guerra ma della pace, della tolleranza, della convivenza pacifica tra i popoli. Chi mette in atto gesti terroristici ha poco a che fare con l'islam”.