Legambiente Marche al forum delle città delladriatico e dello ionio.
| CHIOGGIA - La tragedia dellApi riporta alla ribalta la necessita di piú certezza e norme per garantire sostenibilità economica, sociale e ambientale del turismo costiero.
Anche Legambiente ha preso parte al Forum delle Città dellAdriatico e dello Ionio chiusosi oggi a Chioggia, da dove lassociazione ambientalista ha colto loccasione per rilanciare alle Istituzioni liniziativa internazionale Amare lAdriatico, una vera e propria vertenza ambientale, già presentata durante le tappe marchigiane di Goletta Verde, che ha lobiettivo di rilanciare listituzione di un AMPS (Area marina particolarmente sensibile) nel Medio e Alto Adriatico, sensibilizzando cittadini, turisti e governi ad impegnarsi per un futuro migliore della risorsa mare e delle popolazioni rivierasche di Italia, Slovenia e Croazia.
Una AMPS nel Medio e Alto Adriatico riconosciuta dallOrganizzazione Marina Internazionale garantirebbe protezione speciale a unarea che, come hanno dimostrato anche gli ultimi tragici eventi legati alla Raffineria API, è ancora troppo vulnerabile all'impatto ambientale di attività industriali sulla costa e del traffico marittimo, soprattutto di petroliere.
Da troppo tempo commenta da Chioggia Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche - la nostra costa è sottoposta al rischio continuo ed esagerato derivante da un intenso traffico marittimo, in particolare di petroliere da e verso la Raffineria Api di Falconara e che non è più pensabile accrescere ulteriormente. Il rogo avvenuto allAPI non fa che riportare alla ribalta la necessità di regole certe e vincoli che riconducano al minimo questi rischi, perciò rilanciamo con forza lappello a considerare listituzione di una AMPS per questo tratto di mare.
Da troppo tempo commenta da Chioggia Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche - la nostra costa è sottoposta al rischio continuo ed esagerato derivante da un intenso traffico marittimo, in particolare di petroliere da e verso la Raffineria Api di Falconara e che non è più pensabile accrescere ulteriormente. Il rogo avvenuto allAPI non fa che riportare alla ribalta la necessità di regole certe e vincoli che riconducano al minimo questi rischi, perciò rilanciamo con forza lappello a considerare listituzione di una AMPS per questo tratto di mare.
LAdriatico infatti, è uno straordinario ecosistema ambientale e sociale, che negli ultimi anni ha già subito profonde trasformazioni negli equilibri. E di questi giorni la notizia che a causa del progressivo surriscaldamento globale, sta drasticamente diminuendo la presenza di specie come la saraghina, in passato abbondante tra Fano e San Benedetto, e stanno invece arrivando specie di ambiente temperato caldo come la Sardella dAfrica. Ladriatico è un mare chiuso in cui servono 80 anni perché le acque si ricambino completamente e in cui piccoli, ma ripetuti sversamenti di inquinanti hanno già prodotto danni irreversibili. Non stupisce a questo proposito, che tra gli esposti avanzati dal Comune di Falconara alla Procura della Repubblica dopo lincidente dell8 settembre scorso ne figuri uno per danni allimmagine, fortemente compromessa e danni ambientali, con il mare sottoposto a un inquinamento diffuso.
Per garantire uno sviluppo turistico sostenibile dal punto di visto economico, sociale e ambientale conclude Germana Perella, responsabile Amare lAdriatico per Legambiente Marche - occorre al più presto ridurre la pressione antropica e ripensare a una gestione diversa e più sostenibile delle infrastrutture che insistono sulla costa.
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17/09/2004
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