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Teleco: appello dei sindacati al presidente della Regione Del Turco

| Teramo: Lettera aperta del coordinatore nazionale dei sindacati di base Cosnil, Dott. Pietro Zannoni.

“I sindacati di base della Cosnil, con 45.000 tesserati in tutta Italia (ma in prevalenza nelle regioni del centro-sud), in difesa dei lavoratori dipendenti dell’azienda Teleco-Cavi S.p.A. di Roseto degli Abruzzi,Notaresco e Frosinone, intendono fermamente tutelare il diritto più importante di tutta la vertenza, ma meno riconosciuto dai sindacati confederali generali. Nell’applicazione di tale diritto, tra l’altro, sono presenti ben esplicite e visibili anomalie, come quella relativa all’attuale stato di cassa integrazione degli operai”.

E’ quanto afferma il rappresentante nazionale della confederazione sindacati italiani lavoratori Pietro Zannoni, in un appello rivolto al Presidente della Regione Ottaviano Del Turco. “Di fatto, - prosegue il sindacalista - nell’accordo siglato presso il Ministero del lavoro, la normativa sulla cassa-integrazione non e’ stata rispettata ai sensi della legge n. 223, in quanto il regime di turnazione e’ stato applicato solo ad una minima parte dei lavoratori e non a tutti. La Cosnil intende impugnare l’accordo preso in materia di cassa-integrazione in sostegno e in difesa dei lavoratori, invitando i non iscritti che sono a casa e non partecipano al sit-in fuori dalla fabbrica, ad ascoltare le tutte le istanze che il nostro sindacato propone in loro esclusiva difesa, dal momento che tutti i lavoratori della Teleco S.p.A. stanno seriamente rischiando la mobilità permanente.

La nostra denuncia sindacale, e’ una voce fuori dal coro, per Cda e confederali, che hanno insieme siglato un accordo che non rispetta la 223 e non garantisce neanche l’attesa applicazione della Prodi-Bis. La nostra battaglia sulla 223, ha senso perché non avvengano più privilegi e discriminazioni tra i lavoratori e affinché possa essere rispettato il diritto alla regolare rotazione, necessaria per l’applicazione delle garanzie di reintegrazione, sia nel caso di commissariamento che di passaggio ad altra proprietà. Tutto ciò per vedersi riconosciuto il rispetto delle graduatorie di riammissione in base ad anzianità e carico familiare come previsto dall’art. 1 ai punti 2 e 7 della 223 del 23 luglio 1991. “Attualmente – fa anche notare il coordinatore nazionale delle rappresentanze dei Comitati di Base Pietro Zannoni – una settantina di operai lavorano regolarmente mentre gli altri sono in cassa integrazione, senza che gli venga permesso di svolgere la regolare turnazione. Questa anomalia, costituisce l’anticamera della mobilità permanente.

La Cosnil è in grado di evitare questo e darà battaglia perché ciò non avvenga, e per quanto gli sarà possibile dimostrerà i tutti i suoi propositi e le sue proposte nell’esclusivo interesse dei lavoratori Teleco. La Segreteria nazionale Cosnil non fermerà di certo la sua battaglia intrapresa in difesa dei lavoratori, di fronte alla palese ingiustizia del non rispetto della turnazione. I nostri comitati di base stanno denunciando una scottante verità, che nessuno vuole o può scoprire del tutto,ma con il tempo saranno i lavoratori stessi a prendere coscienza del problema che riguarda direttamente la loro possibilita’ di reintegrazione e decidere di venire con chi ha delle istanze difensive molto chiare da proporre per una battaglia comune. Attulmente,ci viene contestato di non avere sufficienti iscritti per poter fare una battaglia. Ma i nostri sindacati non stanno di fronte ad un problema di numeri, ossia di quanti possano essere i nostri tesserati, ma di denuncia generale nei confronti di una visibile e gravissima violazione che nell’esercizio delle nostre funzioni sociali non ci sentiamo di non denunciare all’opinione pubblica.

Da diversi anni i sindacati confederali stanno perdendo iscritti perché delusi dalle istanze da essi proposte. La Cosnil come sindacato intende denunciare questa grave violazione che lede non solo i lavoratori della Teleco, ma tutti i lavoratori nel significato “costituzionale” fondamentale, indipendentemente dagli operai iscritti presso l’azienda del gruppo Teleco S.p.A.. Il nostro e’ l’atto dovuto di un sindacato che si ritiene serio e che per questo viene messo da a parte dalle rappresentanze sindacali confederali interne all’azienda. Un atto dovuto, caro presidente, che si deve compiere di fronte ad un precariato che ha colpito particolarmente anche la sensibilita’ di noi rappresentanti dell’esecutivo nazionale.

Allo stato attuale delle cose 200 operai Teleco stanno a casa mentre una minoranza di circa 80 unita’ lavorano. Non ci fermeremo di fronte ad una palese ingiustizia come quella del non rispetto di questa legge fondamentale,e in relazine a questo specifico profilo della vertenza chiediamo un suo intervento. Stiamo cercando di far capire il problema affinche’ in un prossimo futuro i lavoratori che stanno a casa e che non sono inseriti nel ciclo della turnazione,come invece dovrebbe avvenire,se la Cig fosse stata rispettata in tutti i suoi articoli di legge, possano venire a condurre insieme una battaglia che vorra’ essere esemplare anche per altri casi analoghi in Abruzzo come in Italia,di mancato rispetto dei diritti fondamentali del lavoro, specialmemte in materia di cassaintegrazione. Gli operai della Teleco, sono stati traditi dall’accordo siglato dai sindacati conferali principalmente sulla applicazione della legge 223. Casi come questi – conclude il rappresentante sindacale Pietro Zannoni - purtroppo sono in progressivo e costante aumento nella Regione che lei amministra”.

“Come sindacato lavoratori chiediamo un suo diretto intervento”

17/09/2005





        
  



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