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Selezione da addetto stampa, Rossi: “Accuse gravi e infondate”

Ascoli Piceno | Sono proprio curioso di vedere se ci sarà un esposto alla magistratura sul concorso per addetto stampa per valutare a mia volta se denunciare chi mi calunnia.

di Massimo Rossi*



Sono certo che si tratta di uno di quei soliti “scoop scandalistici” infondati a cui ci ha abituato il consigliere Castelli, come quello dei soldi alle coppie gay, questa volta ancora più odioso perché getta sale sulla piaga della disoccupazione.

Per ora mi limito a fornire spiegazioni di merito. La selezione in questione fa parte di un pacchetto molto più ampio deciso dall’Amministrazione provinciale, previa intesa con le organizzazioni sindacali, per rimettere ordine nella macchina dell’Ente riducendo drasticamente il precariato e dando l’opportunità di una maggiore stabilità, seppur a termine, a chi lavora da anni nei nostri servizi.

Naturalmente, come prevedono la legge e la Costituzione, non ci si è preclusi la possibilità di trovare risorse con esperienze comparabili anche all’esterno, purché si raggiungesse l’obiettivo di immettere in organico risorse umane in grado di essere immediatamente operative per non danneggiare la continuità delle tante prestazioni che la Provincia eroga.

Per questa selezione, così come per decine di altre, sono stati fissati dei requisiti. Il primo che vedo messo in discussione è quello del titolo di studio cioè della laurea, e probabilmente quindi “qualcuno” finge di non sapere che la laurea, come le prove di informatica e di lingua, sono espressamente prescritte dalla legge per gli enti locali e per le posizioni di qualifica funzionale “D”,a meno che, sempre quel “qualcuno” ritenga che chi svolge un compito così delicato come quello di intrattenere rapporti con la stampa non debba far parte della categoria dei funzionari direttivi! Per avere un termine di paragone, in tantissimi enti locali paragonabili al nostro la figura del capo ufficio stampa ha la qualifica dirigenziale…

Sempre quel qualcuno dimentica che dalla Bassanini in poi le competenze in materia di concorsi competono ai dirigenti che nella loro autonomia gestionale stabiliscono valutazioni e punteggi; l’unico indirizzo che è stato dato in materia dalla giunta è quello del requisito dei sei mesi di esperienza; la scelta, come già detto in precedenza era motivata dall’esigenza di non paralizzare l’attività degli uffici in quanto per assumere per solo 18 mesi sarebbe stato necessario svolgere concorsi con centinaia se non migliaia di partecipanti impiegando così probabilmente per lo svolgimento delle procedure, un periodo di tempo pari se non superiore a quello disposto per l’assunzione che si vuole effettuare. Inoltre la selezione viene fatta tra candidati che hanno già maturato un’esperienza, a qualsiasi titolo (quindi contratti di qualunque tipo, ivi compreso il tirocinio, lo stage, il servizio civile presso enti), con una pubblica amministrazione o anche una società a partecipazione pubblica. Come si vede, un criterio estremamente ampio.

Circa poi la valutazione del servizio puntualizzo che occorre aver lavorato un anno e mezzo nella pubblica amministrazione per raggiungere il punteggio stabilito per la laurea, quindi ancora una volta sono fuorvianti le dichiarazioni fatte, dato che per raggiungere i “famosi 25 punti” bisogna avere più di quattro anni di servizio ( spesso effettuato a titolo precario) presso pubbliche amministrazioni .

Forse quello che dà fastidio è l’estrema trasparenza dell’agire di questa amministrazione provinciale, che cerca di stabilizzare i precari, di dare loro una chance rispettando comunque le norme. Ben venga quindi un esposto contro la scelta di riaprire il bando dato che l’amministrazione provinciale ed i suoi dirigenti sapranno ancora una volta dimostrare la loro correttezza nell’agire. Molti sanno che le procedure concorsuali hanno graduatorie valide per anni, che possono essere utilizzate anche da altri enti e quindi in questa selezione poiché alla chiusura del bando, ci si è resi conto che le domande ammissibili sarebbero state poche, il dirigente, nella sua piena autonomia decisionale, ha deciso di riaprire i termini ampliando nel contempo il novero delle lauree ammissibili. Questo per assicurare la più ampia platea di candidature da selezionare e maggiori possibilità anche a quei “vituperati” e tanto contestati laureati in lettere, che magari da anni lavorano a titolo precario presso i vari uffici stampa disseminati per l’Italia. Se avessimo voluto favorire qualcuno, probabilmente ci saremmo rallegrati delle poche domande ammissibili…

Ad ulteriore conferma della scrupolosità con cui il bando è stato preparato, l'Ordine dei giornalisti delle Marche, nel complimentarsi per la scelta di rispettare rigorosamente quanto previsto nella legge 150 del 2000 che regola l’attività di informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione, ha accolto la nostra richiesta di collaborazione nominando un suo rappresentante quale componente esperto della Commissione d'esame.

Mi si lasci constatare che altrove non si agisce così dato che si scelgono e preferiscono sistemi di cooptazione, di chiamate dirette, di pseudo incarichi professionali e via dicendo. Noi cerchiamo di rispettare le regole e ciò dà fastidio
Questo è quindi il percorso compiuto, nel rispetto della massima trasparenza e correttezza, ben oltre quanto previsto dalla legge, così come avviene per tutti gli atti dell’Amministrazione che presiedo: se qualcuno insinua il contrario, abbia il coraggio di esporsi nelle sedi competenti e non solo lanciando accuse infondate, ma non per questo meno offensive, solo per fare un po’ di “teatrino della politica”.

*Presidente della Provincia

02/09/2006





        
  



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