Una ventina di opere - tra dipinti e disegni - per riscoprire una delle ispirazioni più felici della pittura italiana del '900. Le visioni aeree e fantastiche di Osvaldo Licini tornano in una mostra che si apre oggi alla galleria Rizziero Arte di Pescara, frutto di un'attenta ricerca tra la distillata produzione dell'artista marchigiano.

Le 19 opere esposte appartengono principalmente al periodo che va dal 1945 al 1957: tra di esse alcune delle icone-simbolo che rendono più riconoscibile l'arte di Licini, come le celebri "Amalasunte" (sia ad olio che a matita), alcuni 'Angeli ribellì, un pregevole "Olandese volante" del periodo bellico ed un rarissimo "Leopardi" del 1946. Notevoli, inoltre, un "Notturn", olio su faesite del 1957, e l'altro olio "Pentimento", del '55. In mostra anche vari studi su carta e cartone (tra cui un 'Drago blù, un 'Fiore fantasticò, un "Portafortuna") che delineano l'inesausta ricerca di Licini negli anni più fertili della sua carriera pittorica.

Licini lasciò le Marche giovanissimo per frequentare dapprima l'Accademia di Belle Arti a Bologna, insieme a Morandi e Vespignani, e per trasferirsi nel 1917 a Parigi dove conobbe Picasso, Derain e Modigliani. Negli anni '30, dopo il ritorno in Italia, fu uno dei protagonisti del movimento astratto, fino al
periodo del dopoguerra, quando, ritiratosi nel suo paese natale, Monte Vidon Corrado (Ascoli Piceno), di cui fu sindaco, prese forma definitiva la sua poetica più personale, tutta costruita su immagini archetipiche e fantastiche. Nel 1958, anno della sua morte, Licini ottenne il Gran Premio internazionale di pittura alla 29/a Biennale di Venezia.

La mostra di Pescara, dopo l'inaugurazione di questo pomeriggio, resterà aperta fino al 16 ottobre.