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Caro Prodi, basta

Acquasanta Terme | Da “Cattolico Adulto” fai un atto di carità cristiana: taci. Te lo chiede almeno la metà degli italiani che non ti ha votato e molti dell’altra metà (forse) che ti ha votato. Molti Cattolici e Clero compresi!

di Giuseppe Orsini*

Inutile ricordare le vicende di Prodi (e nostre, purtroppo) negli ultimi dieci giorni. Parlo di Cina, ONU, affare Telecom, Parlamento e sicurezza del Papa.
Affare Telecom e Parlamento.

Il Premier italiano ed il Presidente Telecom affermano cose contrastanti. Naturalmente occorre parlarne in Parlamento. Dalla Cina Prodi, risentito, dichiara: «Ma siamo matti?». Poi, obtorto collo, deve accettare: il 28 settembre riferirà alla Camera. Dall’ONU, Prodi ci informa che Tronchetti Provera: «Ha usato il Governo». Marco Tronchetti Provera (che possiede sì e no il 2% di Telecom, meno della Famiglia Benetton) replica: «Non faccio polemica con le Istituzioni. Mi bastano i documenti. La verità è nelle carte (del CdA. Ndr)». Giovedì il Ministro Gentiloni doveva riferire al Senato. Contrordine: Prodi accetta di andare anche in Senato. Solo 24 ore prima il Professore diceva a New York: "Un presidente del Consiglio va solo in un ramo del Parlamento, non in entrambi". Quale spiccato senso di coerenza! Quanto a democrazia, meglio dire: Amen!

Conseguenze delle vicende Telecom.
Prima. Come mai solo ora, dopo due anni di indagini, arrestano venti persone coinvolte nelle intercettazioni Telecom? Se è una combinazione, è strana. Seconda. Fuga di capitali. «La gente vuole garanzie sull’esistenza di un piano credibile dello sviluppo in Italia. Perché chi governa (specie se di sinistra! – ndr) non si mette dalla parte dei governati senza stare sempre dalla parte dei governanti? Almeno qualche minuto dalla parte del cittadino». Lo scriveva “Europa” (Margherita; insomma: governo) del 21 settembre in prima pagina. Terzo. L’Italia è piena di capitalisti senza capitali. Chi ha i capitali, gira al largo dall’Italia. Perché? Presto detto. Rupert Murdoch, padrone di SKI ed altre aziende televisive ed editoriali nel mondo, solo qualche giorno fa diceva: «In Italia ci sono troppi interessi legati alla politica. La trattativa per una partnership tra Telecom e SKI non mi interessa più». La mia personale esperienza di dirigente e fondatore della filiale italiana di un’azienda tedesca quotata in borsa (Francoforte e Monaco di Baviera) mi ha fatto toccare con mano la difficoltà di far investire in Italia. Era il 1996. Oggi la commistione tra politica ed affari ha ingigantito le perplessità di investitori stranieri. Non stupiamoci se la Spagna sta per superarci. Il problema degli affari legati alla politica riguarda anche le realtà locali. Parlo ancora per esperienza personale recentissima. Anzi, ancora in atto. Ecco i risultati della sinistra al potere.

Sicurezza del Papa.
Papa Ratzinger, durante una “Lezione” all’Unversità di Regensburg (Ratisbona), ha citato quanto scriveva nel 1391 l’Imperatore di Bisanzio Manuele II Paleologo (1350/1425):
«Mostrami ciò che Maometto ha portato di nuovo e vi troverai solo delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva a diffondere la fede per mezzo della spada».
La citazione serviva al Papa per affermare che non si può e non si deve mai associare Dio alla violenza.

Dio va associato all’Amore. Non per niente Papa Benedetto XVI ha ribadito che
« Cristo sulla Croce ha versato tutto il suo sangue per liberare l’umanità dalla schiavitù del peccato e della morte. Perciò, da segno di maledizione, la Croce è stata trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo per eccellenza dell’Amore che vince l’odio e la violenza e genera la vita immortale».
Infatti, Cristo è risorto. E con Lui noi risorgeremo liberi ed immortali.
Bene, poteva il Papa associare Dio alla violenza?
Perché l’Islam non capisce e minaccia di morte il Papa e non solo lui, ma noi tutti? Anzi, uccide in nome di Dio!

Come ha fatto domenica scorsa a Mogadiscio, in Somalia, uccidendo, con sette colpi si pistola, suor Leonella Sgorbati, la missionaria della Consolata di origine piacentina. Bene, mentre era all’ONU è stato posto a Prodi il problema della sicurezza del Papa. Risposta: «Ci pensino le guardie svizzere». Amara constatazione. Abbiamo un Premier – per giunta “cattolico adulto” - che non solo non conosce gli accordi internazionali, ma neppure il Concordato tra la Santa Sede e l’Italia. Preferisco finire qui.
Per carità di Patria.

*Coordinatore Comunale FI

29/09/2006





        
  



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