Italia divisa dalle spese, più cara al sud che al nord
Ascoli Piceno | UIL Pensionati denuncia che la nostra città è al decimo posto tra i capoluoghi più cari della penisola: "occorre un osservatorio sui prezzi!"
Lo spiega in una nota il segretario UIL pensionati Francesco Fabiani, che afferma che la crisi economica ha finito per ripercuotersi pesantemente sui nostri portafogli.
Da tempo la UILP di Ascoli Piceno ha denunciato come le famiglie italiane, in particolare quelle dei pensionati, sono alle prese con il problema di arrivare alla quarta settimana del mese (il 17% non ci arriva). Si riduce il potere d'acquisto(del 2.6% nel 2009).
"E' quindi importante - dice Fabiani - verificare dove è conveniente fare la spesa per risparmiare e far quadrare il bilancio, fra mille difficoltà e imprevisti vari, il proprio bilancio familiare. L'indagine sui supermercati ha raggiunto 62 città e 926 punti vendita, con oltre 850mila prezzi rilevati".
Città a confronto: la città più conveniente è Verona, ma interessanti sono anche i prezzi riscontrati a Firenze,Treviso, Pisa, Arezzo. In questi centri si possono ottenere risparmi anche superiori ai 1.00 euro: 1.622 per Firenze, 1.267 per Rimini, 1.214 per Milano e 1.204 per Verona.
Di contro, l'indice minimo più alto è stato riscontrato a Messina: qui tutti i punti vendita praticano prezzi superiori alla media nazionale e le possibilità di risparmi non raggiungono i 300 euro.
Si riportano le 101 città più care dove costa di più fare la spesa (costo medio annuo in euro - i migliori prezzi sui prodotti di marca), tra le quali risulta essere anche il nostro capoluogo di provincia: Sassari 6646, Catania, 6630, Ancona 6575, Roma 6562, Lecce 6554, Pescara 6552, Messina 6502, Cagliari 6498, Savona 6496, Ascoli Piceno 6483. Come muoversi tra gli scaffali: e' difficile tra articoli di marca, in offerta, non di marca, con marchio commerciale, di primo prezzo o discaunt.
Una giungla dove è impossibile districarsi soprattutto se si è alla ricerca del miglior compromesso tra prezzo e qualità. Gli esperti suggeriscono varie ricette: diversificare i propri acquisti, scegliendo dello stesso prodotto e nello stesso punto vendita il marchio in quel momento più conveniente, optare per prodotti a marchio commerciale (si risparmia anche il 41%), i prodotti primo prezzo, ma il massimo del risparmio si ha negli articoli hard discaunt (anche del 61%)rispetto a quelli di marca: in questo caso la spesa media annua passerebbe dai 6.300 euro ai 2.500 euro).
Circa la nostra città (al 10°posto in Italia) ci domandiamo come nonostante l'apertura e la presenza così nutrita di centri commerciali e della GDO i prezzi siano così cari.
"Occorre, a nostro avviso - conclude Fabiani - un osservatorio comunale o provinciale dei prezzi affinchè sia monitorata la dinamica temporale di prezzi al consumo a livello locale. Un osservatorio su n100 prodotti di largo consumo (alimentari e non) , con una rilevazione mensile, da definire con le parti sociali, enti ed istituzioni interessate".
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25/09/2010
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