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Il colloquio tra Rita Borsellino e la stampa locale

Grottammare | Prima di entrare in sala per la proiezione del documentario sulla campagna elettorale siciliana la sorella del giudice Paolo Borsellino si è intrattenuta con alcuni rappresentanti della stampa. Ne è emerso un interessante colloquio che qui riportiamo.

Alle ore 21.00 di ieri sera, lunedì 24 settembre, un manipolo di forze dell'ordine locali e le guardie del corpo personali, hanno scortato Rita Borsellino sino al Teatro delle Energie di Grottammare. Prima di entrare in sala, dove veniva proiettato Un'altra storia, documentario ambientato nella Sicilia del 2006, durante lo scontro elettorale per la Presidenza della Regione che ha visto contrapposti Totò Cuffaro e la stessa Borsellino, quest'ultima ha rilasciato interviste ai giornalisti presenti.

L'INTERVISTA (21.00 - 21.30)

Ha introdotto l'intervista Massimo Consorti (portavoce della Fondazione Bizzarri) con una domanda che ha evocato sensazioni di rabbia e di dolore nell'intervistata: "Il mio nome pesa, ma più del peso e della responsabilità del nome, pesa la mia storia."

Tiziana Capocasa ("Il Messaggero") ha voluto indagare sulla condizione lavorativa giovanile e la Sig.ra Borsellino ha inteso estendere il problema a tutto il nostro Paese, differenziando la Sicilia solo per un fenomeno, più diffuso che altrove: "Ci sono ancora bisogni primari insoddisfatti, allora sei disposto a vendere l'unica cosa che hai, cioè il voto."

Grazia Mandrelli ("Il Resto del Carlino") ha spostato l'attenzione sui cambiamenti in corso e ha trovato un'affermazione decisa di rinnovamento che, per sradicare il malgoverno e la corruzione, deve puntare sulle nuove generazioni e costruire con loro un futuro di "legalità".

Laura Ripani ("Corriere Adriatico") ha chiesto se l'analisi condotta sulla mafia nel libro I complici (di L. Abbate e P. Gomez) fosse veritiera e la Sig.ra Borsellino, oltre a elogiare il testo per le sue indiscusse qualità narrative, ha esaltato il coraggio degli scrittori, una forza fatta di parole che si contrappongono al silenzio, arma invincibile di "Cosa nostra".

"La magistratura è cambiata in Sicilia?" - il secondo quesito posto da Massimo Consorti - Rita Borsellino ha più volte esteso le problematiche della Sicilia all'Italia intera, al contesto globale, perché convinta che non abbia senso isolare la sua regione da tutto il resto, specie ora che siamo una Comunità Europea e trasciniamo insieme i fardelli di tutti. Inoltre, sia nel corso del forum, sia durante l'intervista, la donna ha indicato il 1992, anno della strage di via D'Amelio, come momento di frattura con il passato e di apertura nei confronti della giustizia.

L'intervista si è conclusa alle ore 21.30 circa, con una frase aperta a centinaia di riflessioni: "Io credo che l'Italia non si possa permettere di avere una democrazia limitata, di fatto un terzo della popolazione non è libera di manifestare il proprio consenso."

A seguito della proiezione è stato articolato un dibattito intorno al tema del "diritto alla legalità alla parità, al lavoro", sono intervenute: Rita Borsellino (sorella del Magistrato Paolo, Fondatrice della "Lista Rita", una lista civica di centrosinistra fondata nel 2006), Gioia Longo (Antropologa, Docente presso " La Sapienza" di Roma), Rita Capponi (Consigliere del Ministro degli affari regionali), Palma Del Zompo (Consigliere per le pari opportunità, Comune di S Benedetto del Tronto), Margherita Sorge (Assessore alla Cultura, Comune di S. Benedetto del Tronto), Massimo Rossi (Presidente della Provincia) e Pietro Colonnella (Sttosegretario agli Affari Regionali e Autonomie Locali); moderatore del forum Massimo Consorti (Consiglio di Amministrazione della Fondazione Bizzarri).

25/09/2007





        
  



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