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Gli amministratori locali si trovano davanti ad una emergenza

Ascoli Piceno | Sia l’amministrazione provinciale che quella comunale sono accusate di non aver fatto nulla in questi anni per avviare o comunque progettare una nuova destinazione d’uso al sito industriale della Sgl Carbon

di Federico Biondi


Il circolo di Lega Ambiente di Ascoli Piceno convoca la stampa per esprime solidarietà verso gli addetti della Sgl Carbon che rischiano la mobilità. Alla conferenza stampa era presente anche l’ex consigliere regionale dei Verdi Pietro D’Angelo, da anni impegnato per la bonifica e la conseguente salvaguardia dei lavoratori della Sgl Carbon. Dalla conferenza stampa emerge che dopo tanto dire, oggi gli amministratori locali si trovano davanti ad una emergenza e Paolo Prezzavento di Lega Ambiente accusa gli amministratori locali di non aver fatto nulla in questi anni per avviare o comunque progettare una nuova destinazione d’uso al sito industriale della Sgl Carbon. Accuse rivolte sia all’amministrazione provinciale che quella comunale, anche se il sindaco ha l’aggravante di essere il garante della salute dei cittadini di Ascoli Piceno.
 
La Sgl Carbon è un sito inquinante e questo lo sanno tutti, comunque manca la dicitura “Zona ad alto rischio di inquinamento ambientale” e la richiesta al Ministero competente per iniziare un progetto di riconversione del sito industriale. Ne consegue che l’area non è ancora nella lista Ministeriale dei siti da bonificare e così facendo non si può accedere ai fondi per iniziare e completare tale imprese.
 
C’è il rischio di arrivare al 2007 senza che ci sia un progetto che salvaguardi il decoro cittadino, tale appuntamento fu concordato nella variante urbanistica concessa nel 1980 dall’amministrazione comunale alla multinazionale Sgl Carbon Group per la permanenza dello stabilimento all’interno del perimetro urbano della città.
 
Comunque è noto che la giurisprudenza internazionale obbliga a far pagare i danni di un inquinamento ambientale a la bonifica di tali aree agli “inquinatori”, ma è anche noto che la bonifica, l’esportazione o la lavorazione in loco di tonnellate di materiale, costa molti milioni di euro. Lo Stato contribuisce finanziariamente alla bonifica se c’è richiesta, ma l’azienda Sgl Carbon?
 
Potrebbe finire tutto in tribunale o comunque avere ritardi mostruosi nell’inizio dei lavori, con la conseguenza di lasciare un sito industriale abbandonato a se stesso. «Ci vuole volontà politica per evitare che Ascoli abbia un “museo industriale per l’attività inquinante” – dice Pietro D’Angelo che aggiunge – i cittadini ascolani non si rendono conto che hanno dei politici che non si danno da fare.
 
Il sito potrebbe rimanere inquinato per molto tempo anche dopo la dismissione delle attività produttive da parte dell’alta direzione aziendale, D’Angelo ricorda che l’Armal ha fatto uno studio preliminare e aspetta con ansia i risultati del tavolo istituzionale in programma per venerdì dove l’amministrazione regionale, provinciale e comunale, le parti sociali interessate e la direzione aziendale si incontreranno per il raggiungimento di una soluzione condivisa nel più breve tempo possibile.
 
Non è il primo incontro istituzionale e l’attivazione della procedura di mobilità da parte della direzione aziendale è stata una decisione repentina e unilaterale, comunque era già paventata dalle Rappresentanze Sindacali dell’Azienda nell’incontro del 27 luglio del 2005.
 
Il rappresentante di Legambiente Paolo Prezzavento ha il timore che questi ritardi nella bonifica conducano ad una lottizzazione edilizia con l’uso di Project Financing. In questo caso se si bonifica, chi paga e chi andrebbe ad abitare in una zona non bonificata? È necessario ricordare che per bonificare un sito industriale oltre ai finanziamenti ci vogliono anche molti anni di lavoro.
 
Questa situazione improbabile, non risolverebbe comunque il problema occupazionale se non per un breve tempo. Comunque Prezzavento è a favore del progetto del Polo Tecnologico proposto dell’amministrazione provinciale e a suo tempo da Gaetano Rinaldi di Italia Nostra, anche se ancora non si ha una bozza di tale pianificazione.
 
Lo stesso ricorda che il sito industriale dell’Sgl Carbon è stato inserito nel dossier nazionale di Legambiente con la speranza di sensibilizzare il Ministero competente e che Legambiente non è stata invitata ne in passato ne venerdì al tavolo istituzionale per la salvaguardia dei livelli occupazionali, il recupero ed il risanamento ambientale dell’intera zona interessata dall’attività dello stabilimento.
 
Infine è da ricordare lo studio finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno in collaborazione con le Università presenti sul territorio. “I processi tecnologici per il biorisanamento di acque di rifiuto e di suoli contaminati da sostanze xenobiotiche recalcitranti” è uno studio che rappresenta una soluzione ad alcune problematiche ambientali che da anni rimangono insolute e che in particolar modo possono essere riferite al sito industriale dell’Sgl Carbon.
 
Tecnicamente il progetto riguarda il biorisanamento dei siti contaminati da Ipa o Idricarburi con l’uso di microrganismi possibilmente autoctoni, cioè prelevati dal territorio che si pensa di disinquinare.

28/09/2005





        
  



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