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A seguito del lungo black-out, la Confcommercio richiede i risarcimenti danni

| Garantita la tutela dei consumatori, dei pubblici esercizi e degli alimentaristi piceni.

La Confcommercio sta valutando alacremente la dimensione e la quantità dei danni che questo black-out ha provocato in tutta la catena alimentare nella provincia di Ascoli Piceno, ma si ha ragione di credere che essi siano stati ingenti, soprattutto perché non vi è stato nessun tipo di preallarme.

Il presidente Benito Calvaresi evidenzia: "La Confcommercio di concetto con le proprie strutture nazionali,  non esclude la possibilità di ricorrere a tutte le procedure possibili per il risarcimento dei danni subiti dalle imprese della distribuzione picena associate, anche perché questo black-out conferma la totale assenza di una politica energetica in un Paese che, da un lato, è tra i sette più industrializzati del mondo e, dall'altro, continua ad avere strutture ed impianti che, in questo vitale settore, sono ancora da terzo mondo. E' arrivato il momento che le istituzioni ed il governo si assumano in prima persona tutte le responsabilità di una situazione che rischia di produrre guasti enormi e forse irreparabili all'intero sistema paese".

Il direttore Giorgio Fiori aggiunge: "La Confcommercio provinciale attraverso le proprie sedi di delegazione ha già fatto una prima stima dei danni provocati dal black-out per bar, ristoranti e pubblici esercizi in genere, che sono risultati ingenti soprattutto per i prodotti come il gelato, la pasticceria, per ritardo nelle aperture, cioè tutta la clientela persa, quindi il mancato incasso. Apparentemente appare meno grave la situazione per la grande distribuzione che, avendo gruppi autonomi elettrogeni è riuscita a salvaguardare le merci fresche, freschissime e surgelate. Diversa invece la situazione per i molti supermercati (che nella nostra realtà territoriale sono numerosissimi) privi di questo dispositivo di emergenza che invece hanno dovuto buttare tutta la merce.

Il problema più grosso è rappresentato ora dal rischio deterioramento dei prodotti congelati o surgelati in genere, come quelli del settore ittico, che per una corretta conservazione, andavano mantenuti a temperatura costante e c'è il rischio reale, dopo le opportune verifiche, di buttare milioni di euro di prodotti. Gli operatori del settore, aderenti alla Confcommercio, stanno comunque affrontando la situazione con la più ampia responsabilità, in collaborazione con le ASL territoriali, per garantire la massima tutela dei consumatori".

29/09/2003





        
  



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