La gente chiede che l'alluvione del Tronto non si ripeta più e per questo servono solo certezze e risposte immediate, non chiacchiere e burocrazia.
L'Autorità di bacino presieduta da Bruno Di Odoardo aveva operato in controtendenza dopo l'alluvione del '92, allargando un fiume che altri avevano ristretto, ottenendo un finanziamento di 33 miliardi di lire per mettere definitivamente in sicurezza il Tronto e avendo purtroppo in cambio, come risposta, lo smantellamendo, dopo essere giunta ad un passo dal risultato finale, senza poterlo raggiungere.

L'unica responsabilità sembra essere quella di aver fatto di più di quanto si sarebbe dovuto fare, mettendo involontariamente in evidenza la struttura e suscitando, nella migliore delle ipotesi, gelosie politiche e professionali.
Perché trasformare una operazione di portata senza precedenti e di sicuro e rapido successo in una vicenda intricata e priva di senso.

Oggi si viene a sapere da una conferenza stampa che è quasi pronto un altro progetto che però non comprende la messa in sicurezza del fiume con nuovi argini perché tutte le risorse previste saranno assorbite dagli incrementi di costo del nuovo ponte. E' un nuovo procedimento che comporta maggiori oneri e necessariamente tempi più lunghi per l'apertura dei cantieri.

E' mai possibile che ancora oggi l'impiego di denaro pubblico sia impegnato con così poca attenzione?
Come mai non si fa una Conferenza di servizio con l'Amministrazione di San Benedetto, visto che la nostra città è quella maggiormente ed emotivamente più coinvolta?
Si procede prima a preparare il tutto e poi si chiederà il placet su un progetto già pronto?

Torno a ribadire il no di Alleanza Nazionale e mi accingo a presentare una copiosa documentazione alle Procure della Repubblica di Ascoli Piceno e di Teramo ed alla Procura della Corte dei Conti di Ancona.

*Capogruppo Alleanza Nazionale