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Via al “Cupra Musica Festival”, tra grandi artisti e grandi artigiani

Cupra Marittima | Parlano il direttore artistico del festival Dante Milozzi, il violinista Mariusz Patyra (premio Paganini 2001) e l’archettaio di Cremona Germano Santi

di Giovanni Desideri

Mariusz Patyra

Ha ragione il maestro Dante Milozzi, direttore artistico del “Cupra Musica Festival”, quando dice che “entrando a Villa Boccabianca si viene trasportati indietro di due secoli, ai tempi in cui Haydn, alla corte degli aristocratici del tempo, poteva dedicarsi unicamente alla composizione.” Ed è vero che trovarsi a Villa Boccabianca durante i corsi vuol dire ascoltare dal giardino o nei corridoi indifferentemente un brano da una suite per violoncello di Bach, un capriccio di Paganini o addirittura il terzo concerto per violino di Mozart, con accompagnamento di pianoforte!
 
Il festival di Cupra, quest’anno alla seconda edizione, “aprirà al pubblico” domani sera, sabato, nel parco di Villa Boccabianca, con un concerto di ottimo livello, sufficiente anche sulla carta per dire della qualità di questa iniziativa: nella prima parte Mariusz Patyra, (premio Paganini nel 2001, primo polacco nella storia cinquantennale della competizione) eseguirà il “Concerto n. 5 in la maggiore per violino e orchestra K 219” di Mozart (circa 30 minuti), accompagnato dalla Joven Orquesta de Majadahonda (Orchestra Giovanile “Juan Crisostomo Arriaga” di Majadahonda, alle porte di Madrid) diretta dallo stesso Milozzi, mentre nella seconda parte verrà eseguita la “Sinfonia n. 7 in la maggiore, op. 92” di Beethoven (circa 40 minuti). Il concerto verrà aperto dall’ouverture “Los esclavos felices” (circa 7 minuti) di Arriaga.
 
“Del concerto di Mozart apprezzo in particolare i passaggi quasi da aria cantata nel secondo movimento, dice Patyra, ma anche caratteristiche contrapposte, come la brillantezza e il tono drammatico, l’amore e l’andamento spesso cantabile.” Patyra ha iniziato a studiare violino all’età di sette anni e oggi suona uno strumento realizzato nel 2003 dal liutaio tedesco Christian Erichson di Hannover (dove vive da quando aveva 20 anni, oggi ne ha 27), che è una copia di un Guarneri del Gesù del 1733.
 
“Il violino è lo strumento più sensibile, dice ancora Patyra, e il più melanconico. Il musicista può trasferire sul violino ogni sua emozione, ogni sfumatura. Ciò non toglie che sia anche uno strumento che può trasmettere grande felicità. Ma è anche uno strumento molto difficile da suonare perché a differenza del pianoforte, che è uno strumento “temperato” e risponde con un suono intonato per ogni tasto, sul violino la pulizia e la chiarezza del suono vanno ricercate con un grande lavoro, fino ad ottenere una sorta di canto.”
 
Dopo il festival di Cupra Patyra suonerà al festival “Chopin in Autumn” in Polonia. In questo momento sta cercando di ampliare il suo repertorio e sta anche cercando… una casa discografica che pubblichi la sua incisione già effettuata delle “Quattro stagioni” di Vivaldi, del primo concerto di Wieniawski e dell’“Introduction et Rondò capriccioso op. 28” di Saint-Saëns. Il 24 settembre sarà a Roma per partecipare al festival “Omaggio a Roma” diretto da Uto Ughi.
 
Milozzi racconta invece come è nato il festival: “dopo il concerto di Natale che tenni nella chiesa di San Basso il 26 dicembre 2002 ho visitato alcuni dei più bei posti di Cupra, tra i quali proprio Villa Boccabianca. L’idea di un festival mi è venuta subito in mente e l’amministrazione l’ha recepita immediatamente. Così abbiamo “catapultato” a Cupra una iniziativa di livello internazionale. Le strutture ci sono, forse manca una sala per l’inverno, ma potrebbe essere costruita presto.”
 
Dante Milozzi, che oggi è il primo flauto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, è nato a Fermo nel 1958 e all’età di 16 anni si è trasferito a Roma, dove si è diplomato al conservatorio di Santa Cecilia. Da allora gira l’Italia e il mondo, “ma amo moltissimo le Marche, precisa, e infatti mi piacerebbe potermi stabilire di nuovo qui. Per il festival devo ringraziare spiritualmente Costantino Rozzi che recuperò Villa Boccabianca. E inoltre gli attuali proprietari che sono disponibilissimi, oltreché, naturalmente, l’amministrazione comunale.”
 
Per le prossime edizioni del festival di Cupra non mancano le ambizioni: “quest’anno abbiamo istituito il sesto corso di perfezionamento, che viene tenuto da Luca Ranieri, prima viola dell’Orchestra della Rai. In questo modo abbiamo completato la sezione degli archi. Per il prossimo anno mi piacerebbe istituire una sezione di canto e rappresentare un’opera lirica nell’ambito del festival.”
 
L’unica nota fuori posto è per Milozzi il riscontro di alcune istituzioni del territorio: “è un mio limite non avere contatti con altri festival che si svolgono da queste parti, mentre per quanto riguarda un dialogo più ampio con il territorio, ho provato ma non ho avuto risposta. Lo scorso anno non ci è stato possibile ospitare l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e anche i conservatori non rispondono. Poco male: avendo contatti in tutto il mondo, questo non mi fa stare troppo male.”
 
Dal Giappone, oltre che da altre parti del mondo, sono arrivati a Cupra per il festival molti studenti, per la classe di violoncello del maestro Toshiaki Hayashi e per le altre (Maurice Bourgue oboe, Patrick De Ritis fagotto, Michael Frischenslager violino, lo stesso Milozzi per il flauto, Ranieri per la viola). “Ma è un peccato, conclude Milozzi, che in Italia non la musica classica non venga più molto ascoltata, praticata e amata. Sembra esserci una volontà politica di affondare la musica vera, dal momento che i concerti dell’Orchestra della Rai vengono trasmessi dalla stessa televisione non prima dell’una di notte. Traggo invece un motivo di felicità nel vedere che chiunque, nel momento in cui gli viene data la possibilità di ascoltare un’orchestra dal vivo, resta a bocca aperta.”
 
La storia di Germano Santi di Cremona, oggi uno dei migliori archettai al mondo, ha un che di romantico. Racconta: “faccio questo lavoro dal ’78. In precedenza ero dipendente dell’azienda farmaceutica di Cremona. Poi ho seguito un corso regionale, fino ad essere chiamato io stesso ad insegnare, cosa che ho fatto per 14 anni. Oggi ricevo commissioni da tutto il mondo. Ma devo dire che l’arte dell’archettaio sarebbe già scomparsa se non ricevessimo in Europa molti allievi dall’Asia o dall’est Europa. L’arte dell’arco è peraltro un’arte eminentemente francese, così come il violino per eccellenza è lo Stradivari. Ma oggi sono i cinesi e i giapponesi ad essere disposti ad affrontare i sacrifici che questo lavoro richiede in fase di apprendimento e ad avere pazienza certosina durante la lavorazione. Le difficoltà sono aumentate dal fatto che alcuni materiali come l’avorio e il “pernambucco” non sono facilmente reperibili.”

Santi terrà una conferenza sull’arco domenica 5 settembre alle 10 presso la sala consiliare del Comune di Cupra Marittima. Da lunedì 6, inoltre, ogni mattina alle 9, prenderanno il via i “Concerti del mattino”: esibizioni di circa 40 minuti degli studenti dei corsi di perfezionamento.

03/09/2004





        
  



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