Il ritrovamento del suo corpo aveva suscitato molta impressione: il 25 Settembre 1999 infatti un manovale aveva per puro caso rinvenuto i resti di una giovane donna a cui erano state tagliate testa e mani, infilati in un sacco e gettato fra i cespugli ai lati di un sentiero di montagna, presso Pieve Torina.

L'identificazione si presentò subito abbastanza difficile, in quanto alla vittima di quello che sembrò da subito un barbaro omicidio erano stati tolti gli elementi che potevano stabilirne l'identità. Ma ora finalmente le moderne tecnologie unite alla tenacia dei carabinieri di Macerata hanno dato un nome a quel corpo e, soprattutto, alle persone che frequentava: si sono infatti controllate le tracce lasciate dai telefoni cellulari sui ripetitori, per conoscere chi era passato in zona in quei giorni.

Ottenuta una lista, si è poi passati agli interrogatori dei sospettati. E' venuto fuori che la donna era una giovane prostituta albanese, che aveva stretto amicizia con un gruppetto di italiani. Si tratterebbe di persone di fuori regione: i rapporti con la ragazza sarebbero ad un certo punto degenerati, tanto da causarne il barbaro assassinio. Ancora non è stata fatta alcuna incriminazione, ma le indagini stanno proseguendo.