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Diritti tv, le modifiche al disegno di legge: redistribuirà risorse all'interno del sistema

| ROMA - Il Commento del Presidente della LND Carlo Tavecchio

Scade oggi alle 15 il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge governativo di revisione del mercato dei diritti televisivi, che dovrebbe successivamente andare in discussione la prossima settimana. Si tratta di un passaggio decisivo per il futuro di tutto il calcio italiano, in virtù della nuova mutualità, che non riguarderà più solo i club professionisti ma anche lo sviluppo dell’attività dilettantistica e giovanile.

“Da quello che abbiamo appreso – commenta il presidente Tavecchio - il disegno di legge che assegnerà la delega al governo per la questione dei diritti televisivi del calcio italiano è stato orientato verso una redistribuzione dei proventi all’interno del sistema calcistico e non più di tutto il sistema sportivo, lasciando al Ministro la possibilità di suddividere le risorse secondo quote da fissare tra i partecipanti alla competizione e la mutualità del sistema stesso”. “Alla luce delle considerazioni fatte nel corso dell’indagine conoscitiva sul sistema calcistico italiano – prosegue Tavecchio – ci preme ribadire che sono le società dilettantistiche, con le loro 36.000 squadre giovanili ed i circa 600.000 euro di investimenti nel settore, a supportare il calcio giovanile. La LND saprà rappresentare le proprie posizioni al Governo per farsi interprete delle richieste del calcio di base nella quota parte da destinare all’attività dilettantistica e di valorizzazione dei vivai.”

“La Lega Dilettanti, che ha seguito con estrema attenzione l’iter procedurale del disegno di legge, esprime grande soddisfazione per il lavoro che le forze politiche stanno portando avanti e dà atto al Ministro Melandri dell’atteggiamento responsabile con il quale sta seguendo il programma concordato.”


IL DISEGNO DI LEGGE

Il varo del disegno di legge di delega al Governo dello scorso luglio per la revisione della disciplina dei diritti televisivi ha aperto la strada per ripristinare una maggiore stabilità nel sistema-calcio, al vertice, intervenendo sulla quota per i partecipanti diretti alla competizione, così come alla base, attraverso un meccanismo di mutualità che sostenga l’attività dei dilettanti e dei loro vivai. L’indagine conoscitiva sul calcio italiano, proseguita in questi ultimi mesi, ha permesso di portare all’attenzione del Ministro Giovanna Melandri e della Commissione parlamentare incaricata, le esigenze del calcio di base, illustrate dal presidente della LND Carlo Tavecchio nell’audizione dello scorso 28 Settembre. Proprio Tavecchio chiedeva una modifica sostanziale del disegno di legge in itinere per mantenere le risorse televisive derivanti dal calcio italiano all’interno del sistema calcistico. La Lega Dilettanti, infatti, ha ribadito la necessità di redistribuire in maniera più equa le risorse provenienti dalle Tv, potenziando i meccanismi di solidarietà economica nel sistema calcistico, senza destinare parte delle risorse ad altre discipline sportive. Tale intenzione sembra oggi stata recepita da gran parte dell’arco istituzionale, come è confermato da alcune anticipazioni sulle modifiche apportate al testo che andrà in discussione molto probabilmente la prossima settimana.

Le risorse derivanti da questo meccanismo di indennizzo verrebbero destinate così dalla LND a progetti di ampliamento e rinnovo dell’impiantistica sportiva, alla formazione e informazione sulla lotta al doping, alla realizzazione di corsi di aggiornamento professionale per i dirigenti delle società di base, alla promozione di attività culturali e sociali nell’ambito del mondo dilettantistico, che rappresenta l’anima più vera e numericamente più consistente del calcio italiano.


LA DOMENICA AI DILETTANTI

Con lo slogan “La domenica ai Dilettanti nelle ore di luce”, dal 1999 il presidente della LND Carlo Tavecchio denuncia come la programmazione televisiva delle competizioni di Serie A e B, con l’introduzione della pay tv e della pay per wiew, ostacoli l’attività dei dilettanti, impossibilitati a competere, in contemporanea, con l’eccessiva offerta dei canali satellitari, costretti così a perdere spettatori, interesse, sponsor e dunque risorse necessarie al proprio sostentamento.

A fronte di questa concorrenza, che allontana praticanti, dirigenti, collaboratori e spettatori, è nata la richiesta di destinare al calcio dilettantistico un incentivo di natura economica (con una percentuale ancora da definire, in Francia è pari al 5% del totale dell’introito dei diritti televisivi, N.d.R.) per sostenere la base del calcio italiano, sempre più penalizzata dalla corsa ai proventi tv (oltre al satellite, si sono aggiunti negli ultimi anni anche internet e videofonini) dei club professionisti.

18/10/2006





        
  



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