Le sedute del Consiglio comunale di Ascoli sono ormai diventate delle barzellette, anche se tragiche (l’ilarità che suscitano non compensa infatti il grave danno che si arreca alla politica cittadina). Così, l’annosa questione del riconoscimento della medaglia d’oro “per attività partigiana” nella carta intestata del Comune si risolve, a detta del Sindaco Celani, nell’attesa dei “tempi tecnici della tipografia”.

 

Della serie: scusate la distrazione pluriennale, le orecchie tappate, la vista corta, ma di questo piccolo problema “formale”, nonostante i fischi, gli slogan, le bandiere, i volantini etc. etc. proprio non mi ero accorto. E che ci vuole? La tipografia! Tanto basta per far ritirare all’Udc – neopaladino ambiguo della Resistenza – l’ordine del giorno che tanto disturbava la maggioranza. Poco importa il fatto che la vicenda andasse un po’ meglio discussa e chiarita, e che la minoranza di centro-sinistra abbia presentato nella stessa seduta consiliare del 17 ottobre un nuovo odg sull’argomento: i tempi tecnici della tipografia hanno dissipato qualsiasi urgenza.

 

A noi però piacerebbe approfondire, tanto per portare la barzelletta a dignità d’antologia. Mancano alcune cose: le scuse pubbliche del Sindaco per la “svista” formale; la quantificazione dei tempi tecnici della tipografia; qualche considerazione sull’Udc e sul recente articoletto del capogruppo AN Igino Cacciatori in merito alla pacificazione nazionale. Alle scuse penserà magari sempre la tipografia, quando Dio solo lo sa. Più interessante è il ruolo che ha svolto l’Udc in questa vicenda.

 

Lo stesso Cacciatori, con “dubbio malevolo”, parla, riferendosi all’Udc, di “tentazione di utilizzare politicamente la Resistenza”. Rettifichiamo: utilizzo strumentale, puramente strumentale, finalizzato a ridisegnare gli equilibri di potere all’interno della maggioranza di centro-destra. Tutta la polemica avanzata dall’Udc sulla questione della medaglia d’oro “per attività partigiana” suona proprio come una sfida diretta ai suoi partners politici, come un messaggio criptato riferito a chissà quale valzer di poltrone.

 

I valori della Resistenza non c’entrano proprio nulla, meno ancora i bei proclami del partigiano Ciccanti. C’entra invece l’articolo di Cacciatori, che possiamo definire esemplare se non addirittura pedagogico per la comprensione della vicenda: fa sorgere infatti qualche dubbio questo improvviso, inaspettato e in extremis scongiurato accodo dell’Udc al carro del “variegato mondo progressista” [espressione di Cacciatori] sulle note di “Bella ciao”.

 

Siamo d’accordo anche noi. Non lo siamo per nulla invece sulla questione della “pacificazione nazionale”: se mai c’è stata, si è imposta sul sangue dei partigiani e nel tentativo di delegittimare la Resistenza, dal momento che solo qualche anno dopo la fine della guerra un ex repubblichino come Giorgio Almirante ha potuto rivestire di legalità il fascismo con un partito istituzionale come il MSI. Questa purtroppo non è una barzelletta.