Le condizioni di Ambretta Piergiovanni sono in netto miglioramento, tanto da potersi aspettare le dimissioni dall’ospedale di Fano già per sabato prossimo. La donna, tifosa sampdoriana, era stata ferita al volto da una scheggia del razzo di segnalazione nautica domenica scorsa allo stadio di Ascoli Piceno, al termine della partita Ascoli-Sampdoria.
 
Attende ancora invece di conoscere il suo destino E. M., il sedicenne ascolano autore materiale del lancio, la cui posizione e' al vaglio del Gip del Tribunale dei minori di Ancona Giovanni Maria Manzoni.

Ieri la procura dei minorenni aveva depositato una richiesta di misura cautelare a carico del ragazzino, per quel che e' trapelato piuttosto severa; forse il collocamento in una comunità, in quanto il carcere minorile non è previsto per la fattispecie di reato: lesioni volontarie gravissime e porto e trasporto di arma comune da sparo corredata di razzo e propellente.

Quel razzo segnalatore privo di didascalie che indicavano la vera natura dell’oggetto e che E. M. e il suo amico diciottenne Federico Speca (agli arresti domiciliari su disposizione del Gip ascolano) credevano fosse in realtà un semplice fumogeno. Al momento il sedicenne rimane chiuso in casa, mentre su alcuni siti internet bianconeri sono comparse frasi minatoria nei confronti dell' amico più grande.

Grande infatti la tensione e la delusione tra ultras per la squalifica dell’Ascoli: per due giornate (la prima il 26 ottobre, per la notturna di Ascoli-Udinese) la squadra dovrà giocare a porte chiuse e in campo neutro; mercoledì forse nello stadio di Ancona. Intanto la società ascolana ha fatto ricorso contro questa decisione della Giustizia Sportiva, ritenuta lesiva di una tifoseria che, sottolinea il presidente  Benigni, “ha preso le distanze dal gesto che è stato compiuto, ne ha isolato gli autori e ha contribuito fattivamente alla loro individuazione dando prova di una grande maturità e di un altrettanto grande senso di responsabilità sociale e civile”.