Revocata la Megavariante, l'obbiettivo dichiarato è fare l'interesse della città. Puntando sui privati. Giovanni Gaspari ha illustrato oggi, insieme a tutta la sua maggioranza, il Programma di Mandato dell'attuale legislatura. Tra elementi di continuità e innovazioni, la priorità resta la crescita della città.

Aumentare la qualità della vita, sostenere la mobilità alternativa, trovare soluzioni efficaci per la viabilità su quattro ruote e su tutto, l'impellenza delle infrastrutture che cambino il volto di San Benedetto. Se Porto d'Ascoli ha bisogno di nuovi sottopassi per collegare il centro al mare ed evitare congestioni del traffico in caso di incidenti, anche la bretella sembra al Sindaco una necessità imminente. E così pure il completamento del percorso di piste ciclabili per trasformare le due ruote in un mezzo diffuso. Azioni determinanti riguardano anche la messa in sicurezza e la riqualificazione dell'Albula, la creazione di un Porto all'avanguardia per la valorizzazione del mare, l'abbattimento delle barriere architettoniche per rendere la città accessibile ai diversamente abili, l'allestimento delle strutture necessarie al turismo sportivo.

Ora che le casse del Comune sono state svuotate dai tagli governativi, deposta definitivamente la Megavariante che verrà archiviata in sede di Consiglio Comunale (da convocare con un gesto di responsabilità di tutta la maggioranza entro il 6 novembre, come ricorda Gaspari), l'urgenza degli interventi rimane.

Dal nuovo impianto natatorio polifunzionale allo spostamento della sottostazione fino alla riconversione del Ballarin, ma soprattutto per ciò che congerne l'acquisizione da parte del Comune dell'area Brancadoro, la soluzione sembra solo una: accordi di programma con i privati. Coinvolgendo tutti i soggetti interessati a fare business per la città, seguendo le direttive imposte dalla pubblica Amministrazione. "E non dando seguito alle istante degli imprenditori a discapito delle esigenze pubbliche, come invece contemplava la Megavariante", tiene a rimarcare l'Assessore Canducci. Una vera trasformazione che è solo all'inizio, destinata ad avere un seguito se suffragata da una pianificazione coerente e da una lealtà nei rapporti istituzionali che la ponga al riparo da crisi endemiche.