Un recente studio realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali sembra ormai decisivo per chiedere all'Europa la revisione del regolamento CE 1967/2006 che aveva introdotto misure vincolanti per la pesca delle vongole in sette paesi dell'Unione Europea, compresa l'Italia, tra cui quella che ha stabilito la taglia minima di 25 mm per le vongole pescate.

Già nel novembre dello scorso anno, il Movimento Cinque stelle, in seguito a un incontro tenutosi a Civitanova Marche, aveva depositato per conto dei vongolari marchigiani un'interrogazione alla Commissione Europea proprio obiettando che i nostri molluschi raggiungono normalmente la maturità sessuale molto prima di raggiungere questa misura, cosa di cui questa legge non tiene conto, con conseguenze disastrose sulla nostra economia ittica.

A gennaio di quest'anno, inoltre, si sono svolte proteste da parte dei vongolari in diverse città dell'Adriatico, tra le quali Ancona e Fano, per ribadire ulteriormente la necessità di abbassare il limite tollerato nella dimensione delle vongole, anche perché pescare vongole sotto il limite stabilito comporta multe fino a 4000 euro, sino addirittura alla revoca della licenza.

Ora, finalmente, sembra che si stia aprendo uno spiraglio di luce per i nostri vongolari, con la possibilità di abbassare la taglia minima a 22 mm, proprio perché le obiezioni mosse dai Cinque stelle prima e dai vongolari stessi poi si sono rivelate scientificamente fondate per motivi che riguardano non solo la loro effettiva maturità, ma anche la loro velocità di sviluppo, la loro capacità riproduttiva, e così via.
E un supporto scientifico a queste teorie si rivela, a questo punto, fondamentale per iniziare il cammino verso una modifica di questa legge assurda e completamente irrispettosa dell'ecosistema mediterraneo, oltre che delle condizioni critiche in cui i nostri mercati ittici versano attualmente.

Tuttavia, come ha recentemente dichiarato l'euro deputato Cinque Stelle Marco Affronte, che, tra l'altro, ha incontrato anche i pescatori di vongole della nostra regione, bisogna essere cauti. È vero che le loro pressioni al Ministero e alla Commissione Europea sembrano non essere state inutili, ma è altrettanto vero che certe teorie scientifiche, per quanto plausibili, potrebbero essere contraddette da altrettante ricerche scientificamente valide. Si augura, comunque, anche sulla base di un altro studio da lui richiesto e ottenuto dalla Commissione Europea, e ce la auguriamo tutti, una concreta risoluzione del problema affinché la pesca, attività principe del nostro mare, esca al più presto dalla crisi.

Se è vero, infatti, che altri paesi appartenenti all'Unione Europea, come la Svezia e l'Olanda, per esempio, hanno ottenuto deroghe riguardanti la taglia minima del merluzzo e sugli attrezzi da pesca, perché l'Italia non dovrebbe anch'essa ottenere, per giunta supportata da dati scientificamente comprovabili, la revisione di un regolamento iniquo e svantaggioso per la propria economia?