Che rapporto c’è stato fra il paese del quadrato di Virginio Bracci ed il Pontefice nato a Sant’Arcangelo di Romagna il 31 ottobre del 1705?

Il nesso è proprio rappresentato dal Bracci. Nel 1758 la collina su cui sorgeva l’originaria Servigliano franò a causa di infiltrazioni d’acqua.

La comunità cominciò a rivolgersi al Papa perché il paese potesse trasferirsi, avere un nuovo sito. I cittadini suggerirono anche l’ampio spazio nei pressi del Convento dei Frati Minori Osservanti.

Quella del trasferimento era un’ipotesi già presa in considerazione nel 1769 quando Gian Vincenzo Antonio Ganganelli, salito al soglio di Pietro con il nome di Clemente XIV, inviò come tecnico a Servigliano proprio Virginio Bracci.

Il nuovo paese si chiamò Castel Clementino fino all’11 gennaio del 1863.

A tre secoli dalla nascita del Papa romagnolo, Servigliano lo ricorda il 31 ottobre prossimo alle ore 16.15 al teatro comunale con un incontro a cui parteciperanno l’architetto Giovanni Monelli, che relazionerà su “Castel Clementino” e l’Arcivescovo Emerito di Fermo Monsignor Cleto Bellucci, che racconterà del “Papa Fondatore”, a cui seguirà una S. Messa alle ore 18.

L’evento culturale è organizzato dal Comune di Servigliano, con in prima linea il sindaco Maurizio Marinozzi, in collaborazione con la Parrocchia di S. Marco Evangelista, guidata da Don Luigi Marini.