Le indagini sono iniziate nel novembre 2006 dalla Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto per un semplice controllo fiscale presso un autosalone della provincia ascolana e hanno permesso di rilevare un canale di importazioni di autovetture prestigiose dalla Germania, creato al fine di evadere l’I.V.A.

Un solo organizzatore del maceratese (e già conosciuto dalle Fiamme Gialle per altri reati fiscali), che in accordo con i concessionari creava delle società intestate a ‘prestanomi’, cioè nullatenenti, con le quali poter importare le autovetture senza pagare l’imposta sul valore aggiunto. Così facendo potevano vendere l’oggetto in questione a prezzi inferiori rispetto al mercato nazionale, danneggiando ovviamente la concorrenza e avendo invece loro maggior profitto. Le società ideate non permettono ai creditori, e quindi anche al Fisco, di rifarsi dell’imposta evasa, appunto perché sono costituite da soggetti che non hanno alcun bene intestato.

Le 400 vetture emerse dall’inchiesta erano commercializzate nell’ascolano, ma ne è stato rilevato anche un numero consistente destinato alle province di Macerata e Pesaro, per le quali provvederanno i Reparti del Corpo competenti.

Oltre ai 21,3 milioni di euro di frode complessiva, i controlli fiscali dei militari di San Benedetto hanno rilevato circa 10,5 milioni di euro di reddito non dichiarati al fisco e 5 persone denunciate a piede libero per l’emissione di fatture false e dichiarazione fraudolenta.