I dati che Confindustria ha raccolto contattando 43 strutture ricettive disseminate lungo il Piceno fino alla Riviera non sono confortanti. L'andamento segna un peggioramento rispetto al 2011 riscontrabile nel 65% dei casi, tra arrivi che si riducono al lumino, con una decurtazione del 50% delle presenze nelle situazioni più negative, e costi di gestione che rimangono scoperti e impediscono di pianificare nuovi investimenti per il prossimo anno.

Ed è proprio la costa a soffrire di più il drastico calo di presenze italiane, compensate nell'entroterra dagli stranieri che scelgono di trascorrere la vacanza tra le colline e i monumenti, magari anche solo per un paio di giorni, se si è di passaggio diretti in Puglia. Ma i numeri in questo caso si aggirano su percentuali minime - del 3-5 %- tali da imporre un ripensamento delle strategie di attrazione dei flussi esteri per supplire all'inevitabile riduzione del potere di acquisto degli italiani che toglie a molti la possibilità di pensare a una vacanza. Belgi, inglesi, americani, slavi, cinesi e indiani sono i nuovi visitatori, ma sorge spontanea la domanda: siamo preparati ad accoglierli?

Se l'Italia tutta deve fare i conti con un costo sproporzionato del carburante, nel Piceno la carenza endemica di infrastrutture, i balzelli di ultima necessità e un approccio che tende a confidare più sulla bellezza naturale del luogo che su un ventaglio di potenzialità attrattive messe a regime - disconoscendo la dovuta importanza alla promozione, deficitaria in quanto poco integrata, e riducendo al minimo il ricorso al web MKTG - hanno penalizzato la Riviera che si prepara ad affrontare i gap dei prossimi orizzonti di crisi. "Il settore è in recessione ormai da un triennio, ma di ripresa reale non si parla prima del 2015. E scordiamoci i livelli di qualche anno fa, che non torneranno" sottolinea il Presidente della Sezione Turismo, Massimo Forlì. "Il calo sulla costa si assesta sul 15%, con punte fino al 25-30%".

Come correre ai ripari? Confindustria suggerisce una attenzione particolare alla formazione degli operatori e annuncia un corso di inglese, uno di web MKTG e uno di utilizzo di software gestionale per la registrazione dei cheek in, con l'obiettivo di ridurre i punti di debolezza delle strutture nostrane. E poi annuncia la presenza dell'Associazione alla fiera TTI di Rimini a novembre, e grandi novità per l'EXPO 2012, che sarà una vera vetrina per l'internazionalizzazione del manifatturiero e non solo.

Buone le intenzioni e chi ben comincia è sicuramente a metà dell'opera. Ma da una comunità che vive di turismo ci si aspetta qualcosa di più. Una visione strategica e di lungo periodo di sviluppo del territorio e delle infrastrutture. La priorità degli investimenti seguendo la logica che il turista non è un limone da spremere al sole. L'adeguamento dei servizi agli standard europei, in termini di costi e prestazioni. La presa d'atto della necessità di una evoluzione culturale, sociale e economica della attitudine all'accoglienza.