L'applicazione delle disposizioni contenute nel Testo Unico in materia di immigrazione (d.lgs. 286/98), desta particolare preoccupazione nelle imprese del settore turistico e commerciale. Tale normativa, infatti, prevede una serie di adempimenti i quali, da un lato, coinvolgono i tour operator e gli hotel che predispongono pacchetti turistici (richiesta di permesso di soggiorno, prenotazioni in questura, ecc.), dall'altro, riguardano le aziende esportatrici che intendono invitare partner commerciali stranieri in Italia per visionare il campionario o per altri rapporti commerciali.

Il timore degli operatori concerne, in particolare, il "reato di favoreggiamento della immigrazione clandestina" (art. 12, comma 1, del Testo Unico), il quale genericamente sanziona chiunque, compiendo atti diretti a procurare l'ingresso nel territorio dello Stato di uno straniero, viola le disposizioni del Testo Unico. "L'ampiezza di tale disposizione – precisa il direttore Confcommercio Giorgio Fiori - rischia di subire in sede giudiziaria interpretazioni che potrebbero dilatare i confini di responsabilità oltre la misura voluta dal legislatore.

Inoltre, il richiamo all'art. 12 del Testo Unico – che va necessariamente inserito nelle c.d. "lettere di invito", rivolte a partners commerciali stranieri – comporta l'assunzione, da parte di chi svolge attività imprenditoriale di compiti di controllo e garanzia, nonché di responsabilità molto pesanti, che ad esso certo non competono.  Il soggetto invitante – secondo Fiori - non può, infatti, essere chiamato a rispondere di eventuali irregolarità commesse dallo straniero a sua insaputa o di comportamenti (es. permanenza in Italia oltre i termini) rispetto ai quali non ha nessuna possibilità di controllo".

Al fine di consentire agli imprenditori del settore di operare nella più ampia tranquillità  (alla luce anche degli episodi verificatesi proprio nella provincia di Ascoli Piceno), il presidente Confcommercio Benito Calvaresi ha chiesto un immediato interessamento in merito della Confcommercio Nazionale.

E così il presidente Nazionale Sergio Billè ha scritto anche per il "caso Ascoli" al Ministro degli Esteri Franco Frattini ed al Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, chiedendo di far si che venga circoscritta la sfera di applicabilità del reato in questione, definendo gli obblighi e le responsabilità dell'azienda turistica o commerciale ospitante ed indicando le condotte che, non presentando profili di offensività, sono da considerare lecite.

La mancata chiarezza in ordine alle responsabilità e la complicazione degli adempimenti, rischiano infatti di paralizzare iniziative commerciali indirizzate verso Paesi, i cui cittadini necessitano del visto per entrare nel territorio italiano, che rappresentano nuove opportunità economiche per la stessa provincia di Ascoli Piceno.