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L'eterno e il regno di Angelo Filipponi

San Benedetto del Tronto | Se leggere significa intraprendere un viaggio in luoghi non conosciuti, iniziare la lettura di un romanzo di Filipponi è entrare in un mondo popolato di personaggi, situazioni e storie tanto reali da sembrare fantastiche.

di Antonella Roncarolo

Angelo Filipponi

Conosco Angelo Filipponi, anzi il professor Filipponi da tempo, anche se nei miei anni di liceo a San Benedetto non ho avuto la fortuna di averlo come insegnante.
Penso che tutti conoscano la sua passione per lo studio di testi antichi, soprattutto per il periodo storico che ha preceduto la nascita di Gesù.
Ma se leggere significa intraprendere un viaggio in luoghi non conosciuti, iniziare la lettura di un romanzo di Filipponi è entrare in un mondo popolato di personaggi, situazioni e storie tanto reali da sembrare fantastiche.

Che si tratti di un romanzo storico non si ha alcun dubbio, viste le numerose citazioni tratte dai documenti dei grandi storici del passato, ma l'abilità dello scrittore è proprio quella della ricerca di personaggi che pur non entrando dalla porta principale dei libri di storia, raccontano con le loro gesta personali, intime e pubbliche una società scomparsa che pure è sempre viva nel muoversi del quotidiano delle grandezze e delle pochezze dell'uomo.

ll romanzo "L'eterno e il regno", che sarà pubblicato due capitoli alla volta in questo giornale, come nelle grandi tradizioni letterarie del ottocento e del primo novecento, è un' opera inedita, finita di scrivere nel 1999 che, pur avendo avuto molti giudizi favorevoli, per vari motivi non è stata pubblicata.

L' argomento, storico, ci sono solo ricostruzioni precise dell'epoca è distinto in due fasi: la prima si sviluppa in cinque capitoli e va dal 26 d.C. alla Pasqua del 32 d.C. e la seconda in uno, che tratta degli avvenimenti del 44 d.C. e rievoca fatti compresi tra il 32 e 36 periodo in cui sono posti il regno e la morte di Gesù, qui chiamato Jehoshua.

Protagonista del romanzo, ovvero di questi due capitoli, che ho avuto il piacere di leggere è Erode Giulio Agrippa vissuto a Roma, in modo dissipato, accanto a Druso figlio di Tiberio prima poi accanto a Claudio Nerone suo fratello di latte e futuro imperatore, del suo fallimento finanziario, della sua fuga in Giudea, sua patria d'origine.

Dalla lettura si rileva la sua profonda inquietudine che lo porta inevitabilmente ad un cambiamento di vita alla ricerca delle sue radici ebraiche in una condanna della sua stessa ellenizzazione e romanizzazione. Il protagonista si avvicinerà così alla famiglia del patrigno Teudione, allo zelotismo e il ritorno alla rigida osservanza della torah, nonostante i rapporti con la corte di Tiberiade di Erode Antipa e di sua moglie Erodiade, sua sorella, nonostante il suo domicilio nella nuova città, dopo il matrimonio con Cipro e nonostante la funzione di agoranomos.
La conoscenza del capomastro architettto, Jehoshua, aumenterà la crisi spirituale che lo porterà a fughe nel deserto e a penitenze.

l secondo capitolo è ambientato ad Alessandria, dove Erode Giulio Agrippa è stato mandato da Erode Antipa insieme ad Jehoshua per la ristrutturazione della villa di Canopos.
Giunti ad Alessandria sono ospiti a cena dell'alabarca, il più famoso commerciante e banchiere del mondo, un Rockefeller dell'epoca, che ha invitato anche suo fratello Filone, il capo dei Terapeuti, Ruben, e il romano Lucio Anneo Seneca di cui si festeggia il ritorno a Roma: c'è discussione sulla creazione del mondo e sulla funzione dell'uomo.

La ristrutturazione della villa è affidata ad Erode Giulio Agrippa che segue i lavori dell'architetto secondo i desideri dell'alabarca, che ha destinato la villa a suo figlio primogenito, Tiberio Giulio Alessandro, futuro governatore di Giudea e di Egitto e distruttore del tempio insieme con Tito Flavio, che è militare romano, di carriera.
Una sua visita a Canopos con l'ostaggio Izate di Adiabene, da ricondurre in patria, per ordine dell'imperatore, si conclude con una cena tra Agrippa ed Jehoshua e i due giovani, sono interessati alle parole dell'architetto, che mostra loro il piano di Dio su ogni uomo.

L'arrivo dell'alabarca, venuto per vedere i lavori, diventa occasione di una conoscenza approfondita di Jehoshua, che da lui, profeticamente, viene visto come uomo destinato a guidare Israele.

12/11/2009





        
  



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