Il blitz dei carabinieri è scattato alle ore 5 del mattino del 16 novembre 2007 quando sono state eseguite in Mosciano ed Alba Adriatica complessivamente tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di competenza distrettuale del Tribunale di L’Aquila su conforme richiesta del pm della procura del capoluogo abruzzese.

Che ha concordato pienamente con gli esiti delle risultanze investigative acquisite dai militari teramani operanti, in ordine all’accusa formulata ai tre narcotrafficanti del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. I tre arrestati, tutti noti alle forze dell’ordine per fatti di giustizia, sono: S.V. 27enne, M.F. 31enne e R.V. 29enne, tutti residente a Mosciano. Solo R.V., essendo domiciliato in Alba Adriatica, è stato arrestato nel centro adriatico aprutino grazie anche alla collaborazione con l’Arma albense.

L’operazione Insulina dell’Arma, ha accertato l’esistenza di un vasto e consolidato traffico di sostanze stupefacenti poste in essere nella provincia teramana. Il brillante successo dei carabinieri va ascritto agli uomini del comando provinciale di Teramo e della compagnia di Giulianova sempre in prima linea nella lotta al narcotraffico.

Nel corso dell’articolata attività investigativa durata diversi mesi, i carabinieri del comando provinciale di Teramo e del dipendente Norm di Giulianova al comando del luogotenente Antonio Longo, unitamente ai militari della stazione carabinieri di Mosciano Sant’Angelo, al comando del mareschiallo Paolo Gentile, hanno praticamente falcidiato la “cupola dello spaccio” (così è stata definita dai militari”) di eroina in Mosciano Sant’Angelo.

Nel corso del servizio sono state eseguite perquisizioni domiciliari anche in Giulianova, Alba Adriatica e Pescara, con l’ausilio di unità cinofile del comando carabinieri di Chieti, nelle abitazioni di altre tre persone che risultano indagate nell’ambito dello stesso procedimento penale per concorso in detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’esito delle perquisizioni pare sia stato negativo. Nel corso delle indagini sarebbe emerso che “i tre arrestati promuovevano, organizzavano e partecipavano ad una associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti di illecita detenzione e cessione di sostanze stupefacenti (eroina e, in alcuni casi, “subutex” a base di buprenorfina”, da ricomprendersi nella tabella 1^ del DIP 309/90)”. Condotta concretizzatasi sia mediante il reperimento di somme di danaro necessarie per effettuare gli acquisti di stupefacente e sia mediante uno spaccio ripetuto, al minuto, nei confronti di numerosi assuntori di tali sostanze.

I carabinieri avrebbero smascherato il ruolo-chiave assunto da S.V. all’interno del sodalizio: una posizione direttiva ed apicale mentre gli altri due compari avrebbero avuto una posizione di meri partecipanti ed esecutori delle direttive impartite dal primo.

Il programma criminoso si è concretizzato nel reperimento delle risorse finanziarie da destinare all’acquisto di sostanze stupefacenti;  nell’approvvigionamento di variabili quantitativi di stupefacente del tipo “eroina” e pasticche di “subutex” che venivano acquistate presso altro pregiudicato della provincia Teramana; curando lo spaccio al minuto di tali sostanze: condotta materialmente attuata, per conto di S.V., da M.F. e R.V., nonché nel mantenere stabilmente i contatti con i cessionari e nell’assicurarsi che gli acquirenti fossero affidabili, cioè in grado di far fronte al pagamento dello stupefacente; ponendo in essere minacce verso coloro che tentassero di eludere o sottrarsi al pagamento dello stupefacente acquistato.

I tre membri del sodalizio, inoltre, traevano dall’attività illecita i rispettivi tornaconti: in particolare S.V. di natura patrimoniale, mentre gli altri due, a loro volta, riuscivano a ricavarne per lo più delle dosi di eroina per far fronte al loro fabbisogno. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati alla Casa Circondariale di Teramo a disposizione della competente magistratura distrettuale, per gli interrogatori di garanzia. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, illustra dal comandante della compagnia di Giulianova, il capitano Dellegrazie, lo stesso gruppo si preoccupava di effettuare pressioni attraverso pesanti minacce agli acquirenti, qualora non fossero stati in grado di pagare le forniture di droga.

I tre hanno spacciato diverse quantità di eroina ma anche pasticche di "subutex": i proventi erano per la gran parte incassati da V.S., perchègli altri due si "accontentavano" delle dosi di eroina.