No allabusivismo nel settore dei parrucchieri
Ascoli Piceno | La Confartigianato di Ascoli Piceno: Un fenomeno che ammazza le imprese regolari
L'abusivismo nel settore dell'acconciatura è un fenomeno particolarmente diffuso nel territorio di San Benedetto. La Confartigianato interviene sul problema : occorre attivare controlli mirati per reprimere l'abusivismo, che danneggia il settore e “ uccide” le imprese regolari.
Serve inoltre comprendere che i vantaggi di cui il consumatore può usufruire avvalendosi dei servizi di un’impresa regolarmente iscritta, sono innumerevoli, a partire dalla certezza di affidare la cura della propria persona ad operatori qualificati grazie ad anni di studio, apprendistato e aggiornamenti; senza tralasciare la certezza di entrare in centri e luoghi in cui vengono rispettate le leggi sull’ambiente, sull’igiene e sulla sicurezza. “Difendere la professionalità di persone che hanno impegnato tempo e capitali, è doveroso. I parrucchieri temono la concorrenza sleale, quella che fa morire le imprese. Inoltre, non dimentichiamo che gli stessi consumatori dovrebbero pretendere che gli operatori del settore esercitino la loro professione nel pieno rispetto delle norme e in tutta sicurezza”.
Il settore dell’acconciatura, ricorda la Confartigianato di Ascoli Piceno, dopo 40 anni di attesa, ha una nuova normativa che, grazie ad un apposito iter formativo, qualifica gli imprenditori e tutela i consumatori.
Oggi abbiamo una legge in linea con le disposizioni in vigore nel resto d’Europa. Con la nuova legge le ‘vecchie’ attività di barbiere per uomo e parrucchiere per donna vengono unificate sotto la denominazione di “attività di acconciatura”.
E, soprattutto, per esercitare l'attività professionale di acconciatore sarà necessario conseguire un'apposita abilitazione professionale, con il superamento di un esame tecnico-pratico che dovrà essere preceduto da un periodo di formazione, di durata variabile, in cui si alternino momenti di approfondimento ‘teorico’ con esperienze dirette di pratica in imprese di acconciatura.
Alle Regioni e ai Comuni, poi, tocca il compito di adottare le regole per favorire lo sviluppo del settore, valorizzando il servizio delle imprese di acconciatura, anche nel quadro della riqualificazione del tessuto urbano e in collegamento con le altre attività di servizio e commerciali. L’intervento regionale dovrà favorire un “equilibrato sviluppo” del settore, che assicuri la migliore qualità per il consumatore, in particolare attraverso la disciplina degli orari minimi e massimi di apertura al pubblico, la pubblicità delle tariffe, la regolamentazione relativa ai requisiti di sicurezza, anche a fini di controllo dei locali e delle apparecchiature, alle cautele d'esercizio e alle condizioni sanitarie per gli addetti.
Serve inoltre comprendere che i vantaggi di cui il consumatore può usufruire avvalendosi dei servizi di un’impresa regolarmente iscritta, sono innumerevoli, a partire dalla certezza di affidare la cura della propria persona ad operatori qualificati grazie ad anni di studio, apprendistato e aggiornamenti; senza tralasciare la certezza di entrare in centri e luoghi in cui vengono rispettate le leggi sull’ambiente, sull’igiene e sulla sicurezza. “Difendere la professionalità di persone che hanno impegnato tempo e capitali, è doveroso. I parrucchieri temono la concorrenza sleale, quella che fa morire le imprese. Inoltre, non dimentichiamo che gli stessi consumatori dovrebbero pretendere che gli operatori del settore esercitino la loro professione nel pieno rispetto delle norme e in tutta sicurezza”.
Il settore dell’acconciatura, ricorda la Confartigianato di Ascoli Piceno, dopo 40 anni di attesa, ha una nuova normativa che, grazie ad un apposito iter formativo, qualifica gli imprenditori e tutela i consumatori.
Oggi abbiamo una legge in linea con le disposizioni in vigore nel resto d’Europa. Con la nuova legge le ‘vecchie’ attività di barbiere per uomo e parrucchiere per donna vengono unificate sotto la denominazione di “attività di acconciatura”.
E, soprattutto, per esercitare l'attività professionale di acconciatore sarà necessario conseguire un'apposita abilitazione professionale, con il superamento di un esame tecnico-pratico che dovrà essere preceduto da un periodo di formazione, di durata variabile, in cui si alternino momenti di approfondimento ‘teorico’ con esperienze dirette di pratica in imprese di acconciatura.
Alle Regioni e ai Comuni, poi, tocca il compito di adottare le regole per favorire lo sviluppo del settore, valorizzando il servizio delle imprese di acconciatura, anche nel quadro della riqualificazione del tessuto urbano e in collegamento con le altre attività di servizio e commerciali. L’intervento regionale dovrà favorire un “equilibrato sviluppo” del settore, che assicuri la migliore qualità per il consumatore, in particolare attraverso la disciplina degli orari minimi e massimi di apertura al pubblico, la pubblicità delle tariffe, la regolamentazione relativa ai requisiti di sicurezza, anche a fini di controllo dei locali e delle apparecchiature, alle cautele d'esercizio e alle condizioni sanitarie per gli addetti.
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18/11/2006
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