La S.P. Mezzina di Offida: la Corte dei Conti apre un'inchesta.
Offida | Coinvolti funzionari, amministratori, tecnici e dirigenti.
di Alberto Premici
La Procura Regionale della Corte dei Conti, ha invitato 21 persone a fornire deduzioni sulla vicenda del tratto urbano della S.P.Mezzina, che avrebbe dovuto collegare le zone industriali di Ascoli ed Offida, ora in stato di completo abbandono.
La storia parte dal progetto originario il cui incarico fu affidato 16 anni or sono per un importo di circa 10 miliardi delle vecchie lire. L'intervento comprendeva due lotti con finanziamenti rispettivamente della Regione Marche e dell'ex Cassa per il Mezzogiorno. L'incarico di dirigire i lavori per entrambi i lotti fu affidato all'ingegnere Renato Lattanzi e le opere, secondo l'esito della gara d'appalto, all'impresa siciliana SPRONE, che poi ha chiuso i battenti ed abbandonato l'opera a sè stessa.
Il tracciato dell'arteria tra l'altro ha subito qualche aggiustamento nel corso dei lavori e creato non pochi problemi ai proprietari delle aree espropriate i cui appezzamenti di terreno agricolo sono stati separati giocoforza dalla carreggiata e dalle infrastrutture collegate ed ora non più accorpabili oltre che di difficile lavorazione.
La strada da moltissimi anni è in stato di completo abbandono e non ha alcuna caratteristica di funzionalità. Risultano poi cedimenti del sottofondo, sconnessioni ed avvalamenti. Si parla di un danno di circa 5 milioni di euro. Le parti chiamate in causa hanno responsabilità e ruoli diversi ed a loro la Corte dei Conti chiede controdeduzioni entro 90 giorni all'accusa di "comportamenti non conformi" e gravi inadempenze del direttore dei lavori, dell'ingegnere capo, dell'impresa e dell'ente appaltante.
Le persone coinvolte sono Renato Lattanzi, come detto direttore dei lavori, Paolo Tartaglini e Paolo Micucci, ingegneri capo dei due lotti, Gianfranco Bastiani, ex presidente del Consind, Domenico Eleuteri, Luigi Bruni, Augusto Cesare Carboni, Longino Carducci, Giovanni Casaburo, Lucio D'Angelo, Dario Laurenzi, Ilario Persiani, Orlando Ruggieri, Giampiero Sciarra, Emidio Sita, Franco Acciarri e Nazzareno Tacconi, all'epoca componenti del direttivo del Nucleo per la Industrializzazione, ai quali la Corte dei Conti chiede spiegazioni sull'immobilismo di fronte a tale problema.
Sono inoltre coinvolti ed invitati a chiarimenti il vecchio ed attuale direttore dell'ente rispettivamente Domenico De Angelis e Alberto Ventriglia e due responsabili della Regione Marche Marco Bellardi e Guerrino Re.
L'inchiesta ha origine però da due azioni intraprese proprio del direttivo del Nucleo per la Industrializzazione (ora Consind): un esposto del 28 febbraio del 2000 alla Giustizia amministrativa, in merito alla procedura di collaudo del tratto di Mezzina in oggetto ed succesivamente nel luglio 2003 in sede civile nei confronti dei tecnici responsabili della progettazione e della direzione dei lavori.
Ai funzionari statali coinvolti la Corte dei Conti punta il dito insistendo sul fatto che "la Regione Marche non ha tenuto in considerazione le disposizioni della delibera 1574 e in particolar modo le risultanze espresse nei verbali redatti in corso d'opera dai propri collaudatori, contribuendo in questo modo acchè il finanziamento pubblico venisse sperperato".
Sta di fatto che comunue vada gli offidani lamentano da sempre il problema definendo " l'incompiuta " quest'opera che avrebbe dovuto produrre chissà quali benefici per un concreto sviluppo industriale e viario.
Molti poi si chiedono, visto la conclamata instabilità di tutto il versante, perchè non si è pensato che lo stesso problema avrebbe potuto nel tempo ripercuotersi sia sulla carreggiata che nelle infrastrutture ad essa collegate, costringendo già ad opere di manutenzione su di una strada che non ha visto transitare ufficialmente alcun mezzo.
Ma l'aspetto più curioso è la parte terminale del tratto in questione che improvvisamente assume una pendenza certamente fuori dal criterio base nella progettazione di strade a forte o medio scorrimento, per poi raccordarsi alla sovrastante strada Acquavivese, generando un incrocio altamente conflittuale e pericoloso con la viabilità esistente.
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29/11/2003
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