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Il mito ellenico rivive a Grottammare

Grottammare | Grande successo per il primo appuntamento della rassegna "I lunedi d'autore". Un pubblico attento e diversificato ha seguito le letture dell'Antigone di Sofocle interpretate da Marconi, Barelli e Santoni presso la neo Biblioteca Rivosecchi.

di Stefania Serino

Americo Marconi e Veronica Barelli

La tragedia greca come spunto di riflessione per comprendere la contemporaneità.

Questo in sostanza il cuore della rivisitazione della poesia di Sofocle, interpretata magistralmente da Americo Marconi e Veronica Barelli i quali con teatralità ed impeto hanno accompagnato un pubblico gremito di persone, nella lettura dell'Antigone, tragedia rappresentata per la prima volta ad Atene nel lontano 442 a.C.

Eppure resta un'opera che si presta alla riflessione su temi ancora irrisolti dei nostri tempi quali ad esempio il dissidio tra legge etica e legge dello stato: l'eterno conflitto tra autorità e potere, in termini contemporanei il problema della legittimità della legge positiva.

I due attori hanno letto ed interpretato 4 episodi dell'Antigone, giovane donna della Grecia antica dove la politica è esclusiva prerogativa degli uomini, la quale disobbedisce all'interdizione emessa dal re Creonte anche a costo di essere lapidata dal popolo tebano, per portare a compimento i riti funebri sul corpo del  fratello Polinice (ucciso in combattimento dall'altro suo fratello Eteocle). La donna promessa sposa del figlio del re Creonte, Ismene, affronta Creonte in un dialogo senza punti di incontro dove emerge il confronto tra due personalità completamente opposte che incarnano l'una la legge etica, l'altro la legge dello stato.

Lucilio Santoni ispirato da grandi pensatori del calibro di Aristotele e Freud, ha proposto una riflessione sull'origine della legge partendo proprio dal dissidio tra Antigone e Creonte. "Aristotele diceva - commenta Santoni - una mente che desidera è un desiderio che ragiona. Si può notare come una leggenda così lontana riesca a far riflettere tutt'oggi sul valore della legge e sul patto sociale. Se pensiamo a Freud - aggiunge Santoni - egli affermava che ogni rinuncia data dal rispetto della legge produce odio".

Interessante è stata dunque la conclusione a cui è giunto Santoni dopo l'ascolto delle ulteriori tre letture dell'Antigone: "se talvolta la legge e il diritto non trovano punti di incontro,ciò che fa la differenza è la saggezza, ovvero la politica che ha come scopo primario quello di conciliare gli opposti".

Non solo, ma la riflessione è stata ancor più approfondita da una breve lettura proposta da Santoni relativa ad una lettera scritta da un giovane partigiano prima di morire ed indirizzata i propri cari: "muoio da innocente, vi prego, venite a prendermi". Un passo molto toccante che dimostra come seppur nei tempi moderni il diritto funerario venga spesso oscurato poiché viviamo un un'epoca dove si tende a distaccarsi dall'idea della morte, il problema del corpo post mortem ricorre nella storia della letteratura antica e moderna.

Il pubblico, composto non soltanto da personalità illustri ma anche da giovani studenti, ha seguito con molta attenzione tali argomentazioni, sintomo di una generazione evidentemente ancora interessata alla poesia e alla letteratura.

Presenti in sala l'assessore alla cultura Enrico Piergallini, l'assessore all'ambiente Giuseppe Marconi e il consigliere comunale delegato alle politiche giovanili Daniele Mariani.

La rassegna "I lunedi d'autore" prosegue con altri 9 incontri di cui il prossimo si terrà il 17 novembre con "Muor giovane colui ch'al cielo è caro. Vite brevi e lunghi ricordi tra musica e poesia", letture di Pier Giorgio Cinì, a cura di Gino Troli.

04/11/2008





        
  



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Americo Marconi e Veronica Barelli
Marconi durante la lettura dell'Antigone

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