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Emergenza cinghiali, incontro in Regione

| La Coldiretti Marche denuncia: "Animali selvatici peggio delle calamità". Un agricoltore costretto a vegliare i vitelli per paura dei lupi.

Un momento dell'incontro nella Sala Raffaello, presso la Regione Marche

L'emergenza cinghiali ha assunto proporzioni simili a quelli di un'alluvione o di qualsiasi altra calamità naturale e, in quanto materia da Protezione Civile oltre che problema di ordine pubblico, va trattata dalle Prefetture.

E' la richiesta venuta dall'incontro organizzato da Coldiretti Marche e svoltosi questa mattina nella Sala Raffaello della sede della Regione Marche, ad Ancona. Circa duecento gli agricoltori presenti, che hanno raccontato le proprie esperienze e puntato il dito contro una politica sinora incapace di risolvere un problema che costa oltre quattro milioni di euro l'anno. "Una situazione gravissima che mette a rischio tanto le imprese quanto i cittadini che transitano sulle strade di questa regione - ha sottolineato il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. Siamo disponibili a cercare una soluzione assieme alla pubblica amministrazione, ma a patto che non ci siano ulteriori rinvii, poiché la situazione nelle campagne è ormai divenuta esplosiva".

Francesco Fucili, di San Severino, ha lamentato che sono ormai i cinghiali a decidere quali colture mettere in campo, tanta è la certezza che verranno distrutte, e lo stesso ha denunciato Fausto Mascioli di Pesaro. Giannetto Guerrini, di Sassoferrato, ha attaccato la Regione poiché mette le imprese nelle condizioni di abbandonare il lavoro senza poter rispettare gli impegni del Psr, mentre l'ascolano Marco Ranelli ha chiesto che su tutto il territorio regionale ci sia un unico parametro per il pagamento dei danni. Ma sono stati tanti i casi, tra il drammatico e il paradossale, venuti dai racconti degli agricoltori intervenuti al dibattito. Un allevatore del Montefeltro si è ritrovato le mucche in strada dopo che i cinghiali avevano sfondato il recinto; un altro della provincia di Ancona ha visto per quattro volte consecutive il raccolto completamente distrutto.

Nel Maceratese un imprenditore veglia i vitelli appena nati col fucile in mano, per evitare che i lupi se li mangino. Ma c'è anche chi ha denunciato un commercio di carne di cinghiale in nero e priva di controlli sanitari, che finisce sulle tavole di case e ristorazione. E non è mancato chi si è commosso ricordando le proprie disgrazie. Non a caso il capo Area Ambiente della Coldiretti nazionale, Stefano Masini, ha spiegato come l'emergenza selvatici sia divenuta un problema di ordine pubblico.

"Oltre alla sicurezza sulle strade e all'attività delle imprese agricole - ha spiegato -, pregiudica anche l'assetto del territorio, peraltro in una regione, come le Marche, già a grave rischio dissesto". "Siamo pronti a collaborare assieme alle organizzazioni per trovare soluzioni efficaci al problema, anche in considerazione dell'aumento costante dei danni causati alle imprese agricole - ha replicato l'assessore regionale all'Agricoltura e alla Caccia, Paolo Petrini, presente assieme al collega all'Ambiente, Amagliani, e ai consiglieri Altomeni, Badiali, Castelli, Cesaroni, D'Anna, Rocchi e Viventi -. Possiamo pensare anche a un'apertura della caccia al cinghiale per tutto l'anno". Al termine del convegno una delegazione della Coldiretti, guidata dal direttore Alberto Bertinelli, è stata ricevuta dalla Presidenza del Consiglio regionale e dai capigruppo, ai quali è stata illustrata l'emergenza selvatici.

05/11/2008





        
  



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