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La protesta degli studenti delle scuole superiori

San Benedetto del Tronto | Giornata di “sciopero” in tutti gli istituti superiori della città, contro la situazione della scuola pubblica.

di Giovanni Desideri

Riforma Moratti, finanziamento alle scuole private, situazione dell'edilizia scolastica: per protestare su questi tre punti gli studenti di tutte le scuole superiori di San Benedetto hanno "scioperato" quest'oggi (mercoledì 5 novembre), disertando le aule, in alcuni casi dando vita a brevi forme di protesta davanti alle rispettive scuole, per poi disperdersi in città (complice la giornata di sole!).

Gli studenti protestavano in particolare contro i finanziamenti alle scuole private (90 milioni di euro in tre anni sotto forma di buoni a tutti quei genitori, senza limiti di reddito, che sceglieranno di mandare i propri figli appunto nelle scuole private), mentre per altro verso si tagliano di anno in anno i trasferimenti alle scuole pubbliche (tendenza confermata da tutti i presidi delle scuole in questione), in alcuni casi pregiudicando le attività di laboratorio o i problemi di messa a norma degli edifici scolastici. Quanto alla Riforma Moratti, infine, gli studenti rivendicavano la "continuità didattica", protestando contro le scelte nette che la riforma imporrebbe, a loro dire.

La percentuale di adesione alla protesta è stata decisamente alta, quasi sempre superiore al 50%, con punte oltre il 60 (all'Istituto Tecnico per Geometri di Grottammare e all'Ipsia di San Benedetto). Di poco inferiore, invece, all'Alberghiero di San Benedetto, dove la protesta è stata avanzata dal 40% degli studenti.

In molti casi sono gli stessi dirigenti scolastici a lamentare tagli ai trasferimenti statali. Così, per il prof. Latini, preside dell'Alberghiero, i tagli sono "molto netti, da 10 mila a 7 mila euro, per la terza area" (la specializzazione che avviene in quella scuola nel quarto e quinto anno: cucina, sala-bar, direzione, n.d.r.). A rischio esercitazioni, stage, professionalizzazione. Conclude il preside: "non è che io condivida lo sciopero – si può protestare con uno sciopero o a voce – ma la situazione è oggettivamente difficile".

Anche al Liceo Classico lamentano la "stretta" ai trasferimenti, di cui risente il Liceo direttamente, attraverso una maggiore lentezza dei trasferimenti "ordinari", indirettamente l'altra scuola che il Liceo gestisce: l'Istituto per il Turismo di Cupra, per il quale ci viene ripetuto lo stesso discorso ascoltato all'Alberghiero.

Allo Scientifico ci sono state le proteste forse più rumorose davanti alla scuola e l'adesione si è attestata intorno al 50%.

All'Istituto Tecnico Commerciale il vice preside Capacchietti non lamenta soverchi problemi derivanti da mancanza di fondi, "semmai l'imperfetta realizzazione dell'autonomia scolastica, in base alla quale la gestione delle scuole superiori spetta alle Province piuttosto che agli istituti stessi". Ma anche lì adesione superiore al 50%. Capacchietti lamenta piuttosto quella che chiama "assenza collettiva" dalle lezioni, priva di una reale manifestazione o di una rivendicazione chiara da parte degli studenti.

Le note più dolenti provengono dall'Istituto Tecnico per Geometri o dall'Ipsia. Nel primo caso la preside, prof.ssa Angelici, lamenta l'esiguità dei fondi a fronte delle molte attrezzature di cui la scuola ha bisogno. Nel secondo, il preside, prof. Pulcini, fa esempi concreti: "oggi i trasferimenti ordinari sono un decimo rispetto a dieci anni fa: ammontavano nel 1992 a circa un miliardo di lire, mentre oggi siamo a poco più di 130 milioni. E noi non possiamo insegnare professioni mostrando videocassette…".

05/11/2003





        
  



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