Difendere il prodotto made in Italy con la qualità. Dall'incontro organizzato dal coordinamento dei ds della media velle del Tenna sono emersi tanti dati importanti per il futuro della piccola impresa, un futuro che deve guardare all'associazionismo, deve prevedere l'intervento delle istituzuioni per fornire delle infrastruture capaci d'equilibrare il mercato, ma sopratutto si deve fare in modo di proteggere il marchio made in Itali come prodotto d'assoluta qualità.    

All'incontro hanno preso parte molti imprenditori locali, fra cui anche il presidente di Cappeldoc Serafino Tirabasso e Paolo Marzialetti dell’Unione industriali del Fermano sezione cappelli. Il segretario dei Ds di Montappone Letizia Bellabarba,  nelle vesti di moderatrice ha offerto una relazione sul lavoro deldistreto del cappello nel 2001. Montappone nel 2001 contava 57 aziende con 300 addetti, e tutto il distretto 86 aziende con 2.000 addetti e un prodotto di 130 milioni di euro annui.

“La situazione del cappello è stabile di quella della calzatura – ha commentato Roberto Vallasciani presidente Anci – ma negli ultimi 5 mesi il settore moda nel territorio ha subito 14 mila licenziamenti. Il mercato si sta diversificando c’è un prodotto di lusso e uno di largo consumo e stanno scomparendo le fasce intermedie. Bisogna che le istituzioni livellino la concorrenza del mercato”.

Si è aperta così una discussione fra i presenti in sala Tonino Iommi, ha invitato i presenti a riflettere affinché le associazioni lavorino per creare le condizioni di qualità dei prodotti lavorai in casa, precisando luoghi di lavorazione e sopratutto i materiali utilizati. In risposta in Paolo Marzialetti Uif, ha precisato che le associazioni stanno lavorando alla creazione del primo prodotto artigianale Dop d’Italia, il cappello del distretto fermano.

“La comunità europea – ha precisato Ferruccio Vecchi sindaco di Montappone – non acconsentirà a creare dogane, oggi siamo in un mercato globalizzato e la Germania per fare un nome ha grossi interessi a mantenere vivo il rapporto con i paesi dell'estremo oriente. Bisogna che noi iniziamo a produrre un cappello d’eccellenza che il mercato cinese o oltri non possano imitare, stile e qualità insomma. La gente quando vuole un cappello di qualità deve pensare distretto del cappello del fermano”.

“Questo territorio è stato sempre laborioso – ha spiegato Francesco Verducci Segretario Ds della Federazione di Fermo – un territorio che ha fatto scuola che da sempre è abituato a fare sacrifici. Oggi però occore creare una situazione che dia magiori psazii nel mercato internazionale, bisogna accorparsi, creare delle cooperative per fare ricerca, formazione e trovare nuove tecnologie”.