Caro vino
| BRUXELLES - Una riforma radicale del settore del vino per equilibrare il mercato, rafforzare la competitività, salvaguardare le zone rurali e semplificare le norme con vantaggi per produttori e consumatori.
di Paride Travaglini
Il consumo di vino sta costantemente scendendo, malgrado l'aumento delle vendite di vini di qualità. Negli ultimi dieci anni le importazioni hanno fatto registrare un incremento annuo del 10%, a fronte di una crescita lenta delle nostre esportazioni. In base alle tendenze attuali, le eccedenze di produzione saliranno al 15% della produzione annua entro il 2010/11.
« II nostro settore vitivinicolo - ha dichiarato la Commissaria Europea Mariann Fischer Boel, responsabile dell'Agricoltura e dello Sviluppo rurale - ha un enorme potenziale di sviluppo e dobbiamo darci da fare per sfruttarlo appieno. Nonostante il nostro retroterra storico e la qualità di moltissimi vini europei, il settore vitivinicolo deve affrontare gravi problemi. I consumi scendono e le esportazioni in provenienza dai paesi del Nuovo Mondo stanno invadendo il mercato. Il fatto è che in Europa stiamo producendo troppo vino per il quale non ci sono sbocchi di mercato e spendiamo troppi soldi per smaltire eccedenze, anziché rafforzare la qualità e la competitività. Norme troppo complesse frenano i produttori e confondono i consumatori. Lungi dal voler decurtare il bilancio del settore di un miliardo e duecento milioni di euro all'anno, ritengo semplicemente che questi soldi vadano spesi in maniera più intelligente. Abbiamo davanti a noi la grande opportunità di ridare al vino europeo il posto di eccellenza che merita: non sprechiamola ! »
A tal proposito, la Commissione europea ha proposto nei giorni scorsi una riforma radicale dell'organizzazione comune dei mercati nel settore vitivinicolo. Gli obiettivi perseguiti sono aumentare la competitività dei produttori europei di vino, rafforzare la notorietà dei vini europei, riconquistare quote di mercato, ripristinare l'equilibrio tra offerta e domanda e semplificare le norme, salvaguardando nel contempo le migliori tradizioni della viticoltura europea e rafforzando il tessuto sociale ed ambientale delle zone rurali.
La Commissione, dopo aver preso in esame quattro scenari di riforma, si schiera decisamente a favore di una riforma radicale, specifica per il settore del vino, da attuare secondo un piano in una sola tappa oppure in due tappe. Il piano in due tappe comincerebbe con misure destinate a riequilibrare l'offerta e la domanda prima di concentrarsi sul rafforzamento della competitività, passando per l'abolizione del regime dei diritti di impianto. Il piano prevede l'offerta di generosi incentivi ai produttori per estirpare i vigneti non redditizi, l'abolizione di misure di sostegno del mercato che appartengono ormai al passato, come la distillazione, mentre le norme che disciplinano
l'etichettatura e le pratiche enologiche verrebbero semplificate e snellite.
È previsto il trasferimento di risorse a favore di interventi di sviluppo rurale fatti su misura per il settore vitivinicolo e l'assegnazione di dotazioni finanziarie agli Stati mèmbri per l'attuazione di misure da decidere a livello nazionale. Secondo il piano in una tappa, il regime di limitazione dei diritti di impianto scadrebbe il 1° agosto 2010 oppure sarebbe abolito immediatamente, insieme all'attuale regime di estirpazione dei vigneti. Dopo un dibattito approfondito su queste idee la Commissione prevede di presentare proposte legislative nel dicembre 2006 o a gennaio 2007.
L’augurio è che le idee si trasformino ben presto in fatti. Solo così, infatti, con una riforma radicale si potrà ridare al vino europeo la giusta collocazione cnel mercato che merita.
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10/12/2006
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