Le feste di Natale nel refettorio, per il Circuito delle Cucine tipiche Picene
Monteprandone | Le pietanze proposte sono state studiate e riprese dalla tradizione monastica. Il menu per le cene organizzate dall'Associziaone I Sapori del Piceno è dunque frutto di tradizioni locali, caratteristiche del periodo natalizio.
Uno veduta di Monteprandone
All’interno programma del Circuito della Cucina dello Spirito (Circuito delle Cucine Tipiche Picene), l’Associazione “I Sapori del Piceno” ripropone per Natale le serate a tema nei ristoranti del Circuito. Venerdi 12 e 19 dicembre il prof. Tommaso Lucchetti, in collaborazione con i ristoratori dell’associazione, ha definito il Menù di Natale “Le feste di Natale nel Refettorio”: Crostini Croccanti, Parmigiana di Gobbi, Gnocchi della Vigilia di Natale, Cappelletti in brodo, Baccalà arrosto, Cappone bollito con salsa, Prestinghi di Natale, Cacionetti.
Il Natale in refettorio era vissuto certamente con la medesima gioia e l’animo sereno delle famiglie. Le ricette natalizie tratte dagli appunti di cucina manoscritti dei monasteri, rivelano un giusto piacere celebrativo per queste felici ricorrenze di fine anno; del resto le pietanze e i dolci annotati sono anche in questo caso gli stessi registrati nelle tradizioni territoriali come caratteristici di questo periodo, dimostrando (ancora una volta) il continuo scambio di pratiche gastronomiche tra il chiostro e la vita all’esterno.
San Francesco, ai dubbi dei frati perché un Natale cadeva di venerdì, giorno dedicato al “magro” assoluto, disse che per quella festa anche le mura dovevano sapere di “grasso”. Per il pesce (ed i monasteri erano maestri nella cottura di stoccafisso e baccalà) c’era sempre spazio per la cena della vigilia, ugualmente vissuta con spirito di condivisione conviviale. Per il giorno dopo, invece, anche nelle cucine dei monasteri si partecipava, come in ogni famiglia, alla preparazione collettiva dei cappelletti, da tuffare nel brodo bollito per ore con la carne da servire come seconda pietanza. Non mancavano i dolci, di cui le suore erano maestre, e che confezionavano in abbondanza anche per farne omaggio alle famiglie ed ai personaggi vicini al monastero. Anche con la dolce offerta di questi doni si viveva in pieno lo spirito del Natale. Il menù sarà proposto su prenotazione dai ristoranti del Circuito della Cucina dello Spirito aderenti all'Associazione I Sapori del Piceno (info tel. 0735-62545).
Il Natale in refettorio era vissuto certamente con la medesima gioia e l’animo sereno delle famiglie. Le ricette natalizie tratte dagli appunti di cucina manoscritti dei monasteri, rivelano un giusto piacere celebrativo per queste felici ricorrenze di fine anno; del resto le pietanze e i dolci annotati sono anche in questo caso gli stessi registrati nelle tradizioni territoriali come caratteristici di questo periodo, dimostrando (ancora una volta) il continuo scambio di pratiche gastronomiche tra il chiostro e la vita all’esterno.
San Francesco, ai dubbi dei frati perché un Natale cadeva di venerdì, giorno dedicato al “magro” assoluto, disse che per quella festa anche le mura dovevano sapere di “grasso”. Per il pesce (ed i monasteri erano maestri nella cottura di stoccafisso e baccalà) c’era sempre spazio per la cena della vigilia, ugualmente vissuta con spirito di condivisione conviviale. Per il giorno dopo, invece, anche nelle cucine dei monasteri si partecipava, come in ogni famiglia, alla preparazione collettiva dei cappelletti, da tuffare nel brodo bollito per ore con la carne da servire come seconda pietanza. Non mancavano i dolci, di cui le suore erano maestre, e che confezionavano in abbondanza anche per farne omaggio alle famiglie ed ai personaggi vicini al monastero. Anche con la dolce offerta di questi doni si viveva in pieno lo spirito del Natale. Il menù sarà proposto su prenotazione dai ristoranti del Circuito della Cucina dello Spirito aderenti all'Associazione I Sapori del Piceno (info tel. 0735-62545).
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11/12/2008
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