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“Lotta continua” a San Benedetto del Tronto tra il 1970 e il 1980

San Benedetto del Tronto | Frammenti di un vissuto politico di una militanza extra-parlamentare che ha dato vita ad una contestazione senza precedenti in una città di provincia sono stati raccolti in un libro. 15 interviste offrono testimonianze su una fase della nostra politica.

di Felice Di Maro

Ognuno può pensarla come gli pare ma una cosa è certo. Se non ci fosse stato il "68" noi oggi saremmo tutti un po' più poveri almeno a livello di idee e di quella tensione umana che si chiama "speranza" che continuamente ci impone di credere che la nostra vita possa migliorare. In fondo, è questa la lezione che si è avuta sabato 15 dicembre alla presentazione del libro "Le vie di Armandino" edito dall'Associazione culturale "Mare mosso Libere Idee in Movimento".

Con la presenza di Massimo Rossi, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Renato Novelli, sociologo e docente presso la facoltà di economia dell'Università Politecnica delle Marche, si cercato di ricostruire per la verità non tanto il quadro politico e le vicende note anche ai giovani di oggi ma ciò che sono state le tensioni di riscatto sociale che negli anni settanta a San Benedetto del Tronto sono state veramente forti. Ma quelle tensioni che hanno animato una militanza politica che è stata fortemente di rottura rispetto alla società dell'epoca oggi non sembrano affatto spente. San Benedetto è sì restata provincia ma da allora ha avuto non solo politicamente ma anche culturalmente caratteristiche proprie a livello sociale.

Come è stato possibile che pur non avendo la città una classe operaia ha sviluppato un movimento politico che ha avuto per protagonista "Lotta continua", una formazione politica extra-parlamentare che ha avuto la sua base di consensi nelle città caratterizzate in prevalenza da fabbriche con nuclei di oprai? Il tema è degno di nota e il libro mette in evidenza il fatto che a San Benedetto esisteva ed esiste ancora s'intende una marineria con pescatori politicamente impegnati.

Il naufragio del Rodi del 23 dicembre 1970 viene oggi analizzato nei suoi aspetti poco noti. 15 interviste offrono testimonianze e illuminano una fase della nostra  storia che tra aspettative non realizzate e speranze tradite merita di essere ricostruita. Non solo dichiarazioni di uomini ma anche delle donne con tutto il tratto che sempre le contraddistingue nella lotta politica. A quanto pare furono espulse in massa da "Lotta continua" quando dopo il 1976 questo movimento modificò i suoi metodi di lotta rinunciando ad essere riferimento tra la gente comune e cioè gli operai e a San Benedetto naturalmente le problematiche legate al porto.

Paolo Virgili nell'introduzione ha delineato proprio le coordinate con le quali la ricerca per una ricostruzione storica ora è possibile fare. Un applauso spontaneo è scattato quando ha ricordato che oggi la Rotonda di San Benedetto senza il cinema.teatro Calabresi sembra una città del'Iraq bombardata.

Ma quale sarebbe questa ricerca? Di certo non può essere quella meramente rievocativa e questo Virgili lo ha fatto capire molto bene e né tanto meno può essere solo quella di promuovere una mostra continua di documento dell'epoca come foto e altro. In questo modo oltre i ricordi chiaramente non si va.

La ricerca, almeno per quello che ho colto anche interpretando gli umori dei presenti dovrebbe essere quella di una "impegnativa riorganizzazione del tessuto economico della città". Almeno così Olimpia Gobbi, Assessore alla Cultura della Provincia di Ascoli Piceno, nella presentazione scritta del libro così sintetizza un ruolo questo lavoro potrebbe avere: "Le interviste ad alcuni dei protagonisti di quelle lotte permettono di avvicinarsi al tema attraverso lo strumento vivo della testimonianza diretta e della narrazione autobiografica". Come si vede Olimpia Gobbi coglie un aspetto essenziale per una ricostruzione di quella fase storica, "la testimonianza diretta".

Ma può solo la "la testimonianza diretta", sia ricostruire le fasi storiche di un periodo della città e anche nell'insieme far leva sul presente per aiutare a fare scelte di promozione sociale e di sviluppo economico? Questi sono gli obiettivi che le celebrazioni del "68" cercheranno di raggiungere nel prossimo anno? Vedremo se le fiere dei sentimenti si confronteranno con l'azione politica e con le scelte conseguenti. In ogni caso conoscere significa sempre fare un'operazione culturale e sapere bene come le cose sono andate aiuterà comunque ad alimentare la speranza di cambiamento che ovviante non è solo di San Benedetto ma nazionale. La memoria di un popolo è fondamentale per lo sviluppo sociale ed anche per quello economico.

Il lavoro di redazione delle interviste è stato realizzato da Maria Teresa Antonelli, Il titolo del libro merita veramente di essere spiegato. Ecco chi è Armandino nella descrizione di Marco Montecchiari, Presidente dell'Associane mare Mosso: "Armandino è stato il cane storico della Rotonda. Era fedele, coraggioso e girovago. Socializzava con tutti e tutti lo amavano. Difendeva il territorio e si ribellava contro chi lo voleva al guinzaglio. Era l'ultimo a rientrare, dopo che sapeva tutti al sicuro nelle proprie case,. Armandino era il compagno che ognuno di noi avrebbe voluto avere ed essere.

Il libro contiene un'appendice storica sulla "Strategia della tensione", un quadro della "contestazione studentesca e la nascita dei gruppi della sinistra rivoluzionaria", "Lotta continua" , e il "movimento studentesco del 77".

Le interviste sono state rilasciate da Patrizio Patrizi, Renato Novelli, Francesco Vagnoni, Nazzareno Torquati, Adelchi Travaglini, Manuela Narcisi, Giulia Paoletti, Rosanna Listrani, Pasquale Bergamaschi, Augusto Torquati, Marco Montecchiari, Antonio Pio Camiscioni, Giustino Zazzetta, Nunzia Pandoli, Marco Bertocchi.

Assicuro che la lettura mette voglia di mettersi in campo alla ricerca di una sponda quanto meno sociale. Decisamente mancano riferimenti per le relazioni uomo-donna per le quali "Lotta continua" all'epoca a livello nazionale ha offerto interpretazioni di rottura di schemi tradizionali. Sembra che a San Benedetto siano state all'ordine del giorno solo i temi legati all'aborto.

Varie sono nel libro le tematiche che ricorrono anche oggi. Ecco come si chiude una intervista: "Per me è stata dura, e direi che la situazione oggi non è cambiata. Di tutte quelle energie spese per una vita migliore è rimasto poco o nulla. Continuiamo ad avere un sistema partitico incapace di pensare il nuovo.".

L'intervistato è Adelchi Travaglini, dipendente pubblico, cittadino del mondo.

16/12/2007





        
  



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