Il Professore Pino Gennari alla TV Nazionale belga
San Benedetto del Tronto | Ha partecipato alla trasmissione "Si j'ose écrire..." discutendo sul tema "L'opera artistica di Ferré nel decennale della morte".
di Antonio De Signoribus
La Tv nazionale belga ha invitato il professor Giuseppe Gennari, quale presidente del Centro Léo Ferré di San Benedetto del Tronto e direttore artistico del Festival omonimo che la città delle palme allestisce ogni anno, a partecipare alla trasmissione "Si j'ose écrire...", che è andata in onda dallo studio 2 della RTBF a Bruxelles.
Tema: "L'opera artistica di Ferré nel decennale della morte". Il professor Gennari ha parlato di Ferré sotto l'aspetto della traduzione prendendo lo spunto dal romanzo dell'artista scomparso "Mi racconto il mare..."edito in Italia, quest'anno, dalle edizioni Lindau. Tuttavia, l'argomento del Festival Ferré ha destato più curiosità: nei paesi francofoni ci si chiede come mai si tenga nelle Marche, a San Benedetto, una così colta rassegna della canzone francese. Su questa rassegna abbiamo intervistato il professor Gennari.
Quale futuro si prospetta per il Ferré?
"A questa domanda mi tocca rispondere non lo so, non so neppure se si farà".
E perché?
" Per mancanza di mezzi. Dico questo con grande rammarico anche perché girando per l'Italia e non solo, mi sto accorgendo, e con me se ne accorgono tutti quelli che all'organizzazione del Festival ci lavorano, che la fama di quest'ultimo è superiore a quanto noi stessi pensassimo. L'anno scorso il vice presidente del Centro Maurizio Silvestri che su invito del direttore artistico del Premio Tenco ha rappresentato il Festival Ferré, quando è tornato ci ha riferito della grande attenzione e curiosità che circonda la nostra manifestazione. E quest'anno, sempre a Sanremo, io stesso, ospite del Tenco, ne ho avuto un'ampia conferma. Ci sono, poi, forti riscontri oggettivi: del nostro Festival si occupa tutta la stampa nazionale, ne parla quella internazionale, anche in sede molto autorevole (Le Monde). Addirittura un importante e lussuoso libro pubblicato di recente dalle edizioni Didier Carpentier riporta un'ampia documentazione fotografica con le locandine di alcune edizioni del nostro Festival".
Non è assurdo che il Festival sambenedettese rischi di chiudere sul più bello per insufficienza di mezzi finanziari? Non si può fare qualcosa?
"Questo non dipende da me. Esiste, poi, un altro problema. Noi non abbiamo ancora una sede per il Centro, dove non solo accogliere quanti vogliano gustare l'opera di Ferré ma anche dove organizzare più professionalmente il Festival, per dargli una connotazione (Rassegna Internazionale per Interpreti di Ferré?) meglio diretta e valorizzare l'enorme patrimonio artistico che il cantautore ha lasciato e che San Benedetto ha la fortuna di detenere ancora quasi in esclusiva".
Certo sarebbe davvero un peccato che San Benedetto si lasciasse scippare questo tesoro.
"Ma è quanto rischia di succedere senza l'assegnazione di una sede stabile per il Centro, la cui sede legale (astratta e da più amministrazioni promessa e mai data!) è tuttora in Via Cesare Battisti 1, presso il vecchio Comune e senza un adeguato finanziamento comunale (che è stato veramente modesto lo scorso anno) provinciale (adeguato in verità lo scorso anno) e, che so, regionale (inesistente finora). Ma, sinceramente, non mi sentirei di colpevolizzare nessuno se questo succedesse perché ognuno fa le scelte che crede, per carità, e il denaro lo si indirizzi pure dove si reputa meglio. In fondo un Festival di cultura alta come il Ferré, bisogna meritarselo in qualche modo, o no?".
Tema: "L'opera artistica di Ferré nel decennale della morte". Il professor Gennari ha parlato di Ferré sotto l'aspetto della traduzione prendendo lo spunto dal romanzo dell'artista scomparso "Mi racconto il mare..."edito in Italia, quest'anno, dalle edizioni Lindau. Tuttavia, l'argomento del Festival Ferré ha destato più curiosità: nei paesi francofoni ci si chiede come mai si tenga nelle Marche, a San Benedetto, una così colta rassegna della canzone francese. Su questa rassegna abbiamo intervistato il professor Gennari.
Quale futuro si prospetta per il Ferré?
"A questa domanda mi tocca rispondere non lo so, non so neppure se si farà".
E perché?
" Per mancanza di mezzi. Dico questo con grande rammarico anche perché girando per l'Italia e non solo, mi sto accorgendo, e con me se ne accorgono tutti quelli che all'organizzazione del Festival ci lavorano, che la fama di quest'ultimo è superiore a quanto noi stessi pensassimo. L'anno scorso il vice presidente del Centro Maurizio Silvestri che su invito del direttore artistico del Premio Tenco ha rappresentato il Festival Ferré, quando è tornato ci ha riferito della grande attenzione e curiosità che circonda la nostra manifestazione. E quest'anno, sempre a Sanremo, io stesso, ospite del Tenco, ne ho avuto un'ampia conferma. Ci sono, poi, forti riscontri oggettivi: del nostro Festival si occupa tutta la stampa nazionale, ne parla quella internazionale, anche in sede molto autorevole (Le Monde). Addirittura un importante e lussuoso libro pubblicato di recente dalle edizioni Didier Carpentier riporta un'ampia documentazione fotografica con le locandine di alcune edizioni del nostro Festival".
Non è assurdo che il Festival sambenedettese rischi di chiudere sul più bello per insufficienza di mezzi finanziari? Non si può fare qualcosa?
"Questo non dipende da me. Esiste, poi, un altro problema. Noi non abbiamo ancora una sede per il Centro, dove non solo accogliere quanti vogliano gustare l'opera di Ferré ma anche dove organizzare più professionalmente il Festival, per dargli una connotazione (Rassegna Internazionale per Interpreti di Ferré?) meglio diretta e valorizzare l'enorme patrimonio artistico che il cantautore ha lasciato e che San Benedetto ha la fortuna di detenere ancora quasi in esclusiva".
Certo sarebbe davvero un peccato che San Benedetto si lasciasse scippare questo tesoro.
"Ma è quanto rischia di succedere senza l'assegnazione di una sede stabile per il Centro, la cui sede legale (astratta e da più amministrazioni promessa e mai data!) è tuttora in Via Cesare Battisti 1, presso il vecchio Comune e senza un adeguato finanziamento comunale (che è stato veramente modesto lo scorso anno) provinciale (adeguato in verità lo scorso anno) e, che so, regionale (inesistente finora). Ma, sinceramente, non mi sentirei di colpevolizzare nessuno se questo succedesse perché ognuno fa le scelte che crede, per carità, e il denaro lo si indirizzi pure dove si reputa meglio. In fondo un Festival di cultura alta come il Ferré, bisogna meritarselo in qualche modo, o no?".
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