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San Benedetto del Tronto | Partito Democratico, Partito della Libertà, UDC e centro moderato di valori alternativo alla sinistra.

di Filodemo


Il governo Prodi opera in un momento particolare, in un periodo che si contraddistingue per essere di ulteriore di transizione politica.
E’ sotto gli occhi tutti che i due poli stanno vivendo una fase di profonda discussione che prefigura a nuovi scenari del panorama politico italiano.

L’Unione o Ulivo che,dir si voglia, nonostante la gestione del potere, è un crogiuolo di sigle e anime indecifrabile fortemente diviso e litigioso anche e soprattutto per la faticosa gestazione di quello che forse sarà il costituendo Partito Democratico.

Quanto scompiglio sta arrecando questo progetto: i DS di Fassino rischiano la scissione, Mussi, Salvi e compagnia non ci stanno proprio,non si riconoscono affatto in coloro che potrebbero definirsi i liberal di sinistra molto vicini al partito democratico americano; poi, la Margherita, contenitore incolore, idem, l’ala che fa capo agli ex dc della sinistra democristiana, cioè, De Mita, Bianco, Mancino, Marini, hanno più volte dichiarato che non ci stanno a morire socialisti, se questa formazione politica asessuata confluisse in toto nel nuovo PD oltre che a scomparire anche gli ex dc si ritroverebbero a condividere lo stesso destino politico dei socialisti europei.

In Rifondazione comunista la scissione è già avvenuta con Ferrando che ha fondato un nuovo partitino della sinistra oltranzista. Allora: da un primo sguardo lo scenario del centro sinistra potrebbe essere: il nuovo PD avrebbe due componenti fondamentali: i liberal dei DS che fanno capo a Fassino, D’Alema e compagnia, quel che resta della Margherita, cioè i prodiani di Parisi e qualcun altro che si trova nei paraggi, mentre l’ala intransigente della composita sinistra si aggregherebbe in una formazione politica che potrebbe essere così composta: la sinistra DS ( Mussi, Salavi e altri) la componente di Rifondazione che si riconosce nell’attuale segretario Giordano, il partitino di Ferrando, i Verdi, i no global e tutti coloro che in piazza, in modo vergognoso e deplorevole, a squarcia gola hanno gridato dieci, cento, mille Nassirya. Questa sarà la nuova sinistra italiana piaccia o non piaccia.
Il suo minimo comun denominatore è: droga per tutti, famiglie di fatto e quant’altro attiene a queste nefandezze. Una sinistra ancora massimalista, anacronistica, depositaria e portatrice non di valori ma di disvalori che per nulla appartengono alla millenaria tradizione cristiana da sempre linfa della nostra amata Italia.

Guardiamo dalle parti di Berlusconi e amici. Anche qui le acque sono un po’ agitate. Il motivo del contendere a quanto pare è se Berlusconi può o debba essere ancora il leader della Casa delle libertà. Questo dilemma sta affollando i pensieri di alcuni esponenti del centro destra italiano. La manifestazione dello scorso 2 dicembre ha portato in piazza circa due milioni di persone che hanno gridato forte il loro dissenso al governo Prodi. Il tutto con un distinguo più che visibile: la mancata partecipazione dell’UDC, la componente moderata del Polo.

Di primo acchitto è sembrato uno strappo, una frizione : in seguito con il senno di poi anche i sostenitori dell’iniziativa anche se indirettamente hanno riconosciuto la giustezza della posizione di Pierferdinando Casini quando più volte ha affermato” nessuna spallata farà cadere il governo Prodi. Le manifestazioni di piazza lo rafforzano. Deve esserci un’opposizione intelligente, ferma e moderata nelle dovute e preposte sedi istituzionali: nelle camere parlamentari e non in piazza. Un’opposizione diversa, vera, e non urlata”.

E’ chiara la strategia del leader UDC : essere opposizione perché questo è il ruolo che gli elettori hanno attribuito al partito centrista, quindi, dapprima, lealtà verso gli elettori, creando un centro moderato di valori alternativo alla sinistra rimanendo nel centro destra italiano. Un centro moderato che sarà l’unico baluardo politico nei confronti dell’incombente laicismo relativista che sta minando la nostra società inficiando i valori non negoziabili circa i quali Papa Benedetto XVI ha più volte ribadito la posizione chiara della Chiesa.

No a cedimenti in nessun ambito e la Chiesa ha il dovere di intervenire in difesa della persona umana perchè creata ad immagine e somiglianza di Dio. Una sfida etica ed epocale tanto da mettere a rischio la convivenza futura dell’umanità. Casini all’unisono con il segretario nazionale dell’UDC, Lorenzo Cesa, ha in questi ultimi giorni ribadito che l’UDC non farà in alcun modo la crocerossina del governo Prodi e mai siglerà intese con la sinistra massimalista dei PCS , della droga libera e quant’altro di simile, quindi l’on.le Cesa , nella kermesse natalizia ascolana dell’UDC , ha affermato “ nessun dubbio sul nostro posizionamento politico, nel centro destra con un centro moderato di valori pronto alle sfide etiche per difendere l’identità della nostra nazione profondamente cattolica che collima con i valori fondanti dell’UDC e fanno corpo unico con la famiglia quella vera, quella fondata sul matrimonio e non su altre forme ibride e disgreganti”.

29/12/2006





        
  



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