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Prelibatezze a Capodanno e dintorni

| Tartufo, caviale, ostriche, foie gras, cioccolato, vini, Champagne. Ma non è così semplice coniugare lusso e raffinatezza.

di Prof. Emidio Galie'

… Spesso, negandovi al piacere, non fate che riporre il desiderio nei recessi del vostro essere. Chissà se ciò che oggi avete tralasciato non vi aspetti poi domani? Anche il vostro corpo conosce il suo retaggio e il giusto suo bisogno, né si inganna. Il vostro corpo è l'arpa dell'anima, e sta a voi il trarne dolce musica oppure suoni confusi… così Kahil Gibran sul piacere.

E non è forse un piacere lo stare a tavola con una serie di lussuose prelibatezze che appagano i nostri sensi. Portate che almeno a Capodanno ci diano la sensazione di unicità.
Lusso e cibo? Uno splendido binomio che resta per molti un sogno e per pochi un'appagante realtà circoscritta (si spera) ad alcuni indimenticabili momenti della vita.

La famosa frase, attribuita un po' ingenuamente a Marylin Monroe: "Il successo e come il caviale: è bello mangiarlo, ma se lo fai tutti i giorni ti viene la nausea", è soprattutto vera per ciò che riguarda il caviale...
Comunque, nell'immaginario collettivo, il lusso, sia pur limitato a straordinarie occasioni, va a braccetto non solo con il caviale, ma con le ostriche, i tartufi, il foie gras, il cioccolato, i vini e con tante altre costosissime leccornie. Ma in realtà non è così semplice coniugare lusso e raffinatezza.

Da quando la grande distribuzione, alimentata dalla catena del freddo, dai trasporti sempre più veloci e dalla produzione industrializzata riesce a riempire gli scaffali di ogni prelibatezza, sacrificando però la qualità al prezzo conveniente, non basta più una scelta generica, orientata sul prodotto di lusso, ma è assolutamente necessaria una raffinata e sapiente conoscenza del migliore prodotto per ogni "categoria". Quindi il vero gourmet dovrà porsi la domanda: quale caviale, quale foie gras, quale tartufo, quali ostriche?

Per ciò che riguarda il caviale, vero alimento al top di ogni preferenza di lusso, al centro di ogni sogno di banchetto principesco, non è poi così facile orientarsi sulle diverse qualità: Beluga, Asetra, Sevruga... Ma il vero intenditore sa che la scelta migliore va indirizzata prima di tutto alla zona di produzione: sicuramente l'Iran, dove la particolare lavorazione dello "shah" mantiene intatta la croccantezza dei grani, mentre il caviale russo, sottoposto a un trattamento di pastorizzazione, è più molliccio e meno gradevole.

E poi, tra le diverse qualità, sicuramente il Belga (poco salato), i cui grani particolarmente grandi (3-5 mm) dal color grigio madreperla rappresentano I'eccellenza (un'indicazione: 100 g valgono mediamente 600 euro circa!).
Ma il massimo del lusso sarà però riservato a chi vuole degustare in loco tutti i tipi di caviale, per conoscerne a fondo tutte le sfumature di gusto e profumo:
nella prima settimana di ottobre, ogni anno, una crociera lungo il fiume Don porta pochi fortunati viaggiatori da Rostov a Astrakan, facendo rivivere ai crocieristi l'atmosfera festosa che riporta ai tempi degli Zar. Conferenze, degustazioni, tè con blinis e caviale, cene a base di introvabili gamberi di acqua dolce (per la modica cifra di 4.000 euro!).

E il salmone? Il gourmet disdegnerà sicuramente le piatte confezioni cartonate e plasticate del supermercato e ricercherà, con l'invio via aerea, il prezioso salmone scozzese selvaggio, pescato con la canna alla foce del fiume Tweed, salato solo dalla parte delle squame e affumicato e ventilato leggermente dalla combustione di corteccia di quercia: il salmone sarà così meno salato, meno grasso e meno umido dei prodotti a basso costo (il selvaggio non si paga meno di 180 euro il kg).

E il foie gras? Rigorosamente dal Périgord, in piccole giare di coccio e non in lattine, imperativamente d'oca e non d'anatra (70 euro la giaretta di 180 g).
Di fronte a questi lussi le ostriche appariranno solo un peccatuccio veniale: di fronte alle Belon e alle Clair de lune, la scelta dovrà andare solo al proprio gusto personale. Il gourmet saprà dove trovare il prodotto più fresco e quindi pregiato: da fornitori che spediscono in poche ore, via aerea, i magici cesti di scorza di legno, pieni di profumate alghe oceaniche che nascondono e proteggono la freschezza di questi impagabili frutti di mare.

Prezzi da record anche per il diamante della cucina, il tartufo. Che sia d'Alba, d'Acqualagna o di San Miniato poco importa: è ovunque rarissimo, a causa della siccità estiva. Assaggiare un piatto di tagliatelle impreziosito dalle profumate scaglie del Tuber magnatum pico, è un'esperienza ancora più esclusiva del solito.

E tra i vini chi è il primo in classifica? E' un SuperTuscan della Maremma, il Saffredi. Al secondo posto un Nebbiolo delle Langhe, il Sorì San Lorenzo, ma la supremazia della Toscana sul Piemonte, nella graduatoria dei cento migliori vini italiani, quest'anno è addirittura schiacciante: 34 a 15.
Lo champagne? Rimane un classico, ma quest'anno sono di moda le nostre grandi bollicine, dai Franciacorta Bellavista, Cà del Bosco, Uberti e Berlucchi, al Prosecco Crede (inserito nella Bibbia del settore, Wine Spectator) ai talento trentini.

E perché tutto (non) vada in fumo è bene accendersi un gran sigaro. Un raccolto straordinario, quello del 2000, in casa Davidoff. Tanto che è nata la prima linea vintage dei sigari. Qualità e quantità delle piantagioni dominicane hanno convinto i responsabili dell'azienda ad accantonare immediatamente il meglio della produzione per dare vita alla Limited edition Vintage 2000, realizzata nel formato Panetela extra, 155 millimetri di lunghezza per 42 di cepo.

La confezione da dieci sigari è in vendita a 160 euro. L'ultima scoperta dei cigar master, in fatto di aromi, sembra però essere il tabacco peruviano. Con foglie raccolte nelle piantagioni dello stato Andino, sono prodotti gli Zino Platinum, la cui serie Crown, molto limitata e invecchiata quattro anni, costa 30 euro l'uno.
Ma forse, in realtà, il vero lusso non consiste nello spendere tanto per prodotti costosissimi, ma nella ricerca di particolari aggiunte al cibo di tutti i giorni: la ricerca non di ciò che é più caro, ma di ciò che è quasi introvabile, sconosciuto ai più, esotico in quanto concettualmente ricercato.

Il vero "gourmet di lusso" è forse colui che esige il cioccolato Chuao, raramente importato dal Venezuela per pochi intenditori, o chi apprezza e consuma l'olio extra vergine Primuruggiu –Benza Dolcedo, Imperia, o il principe dei condimenti, l'aceto Balsamico di Modena, quello DOP, vero gioiello della nostra produzione di qualità che con poche gocce è in grado di inebriare il nostro palato.
C'è anche chi fa una sofisticata e concettuale ricerca del sale più pregiato o più d'effetto: il sale nero inglese, fumé e torbato. il Fleur de Guérande, profumato di alghe, l'aranciato sale delle isole Hawaii, a base di argilla vulcanica dal colore solare.

E che la festa continui …

30/12/2003





        
  



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