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Lettera aperta del Consigliere Paolo Perazzoli al Presidente Spacca

San Benedetto del Tronto | Tre punti focali: Sanità, Stoccaggio del gas, Sentina.

di Paolo Perazzoli

Perazzoli con Spacca( archivio)

Al Presidente della Giunta Regionale delle Marche
Gian Mario Spacca
Signor Presidente,
sono un Consigliere regionale di maggioranza che cerca di tutelare il proprio territorio in una visione regionale, equa e solidale; dico quello che penso e faccio quello che dico o almeno ci provo; non sono il Duca di San Benedetto, men che meno il Vassallo come lei non è Sua Maestà o il Feudatario.

La mia concezione della democrazia, maturata in tanti anni di Consiglio comunale di maggioranza o di opposizione, di Sindaco e da ultimo come Consigliere regionale (di maggioranza), mi porta a contrastare con determinazione la personalizzazione eccessiva della politica, la pratica dell'uomo solo al comando, che tanti guasti ha prodotto, nelle coscienze e nella pratica politica a tutti i livelli.

Per queste ragioni ho presentato una pdl che prevede l'elezione del Presidente della Giunta regionale da parte dell'Assemblea Legislativa; la Regione dovrebbe avere prevalentemente funzioni legislative e non gestionali, quindi l'elezione diretta mi pare inappropriata e fonte di squilibri nei rapporti istituzionali (come l'esperienza ci dimostra continuamente).

Se non è oggi sarà domani, ma vedrà che cambierà.
Quello che mi ha meravigliato del suo incontro di Centobuchi non è la partecipazione, per la verità non eccezionale, quanto l'assenza quasi totale di rappresentanti delle Amministrazioni locali e dei partiti della nostra maggioranza. Nutrita, invece, la presenza di dipendenti e dirigenti del Servizio Sanitario Regionale, anche lontani dalle nostre posizioni.
Quella sera sono andato via, alle ore 22, per ragioni familiari; comunque non sarei intervenuto per non rovinare la festa.

Ora veniamo alle questioni di merito.
Sanità
La sanità è uno dei settori oggetto di pesanti tagli di spesa da parte degli ultimi governi. In questo quadro inquietante ho sempre chiesto di cogliere l'opportunità della necessaria riorganizzazione del SSR per ridurre l'ingiusto e ingiustificato divario del finanziamento tra le varie zone; una doverosa azione di riequilibrio delle risorse perché l'universalità della tutela e la solidarietà nel finanziamento siano veramente i principi di fondo del nostro sistema.
Non posso quindi non ricordare ancora una volta, e con maggiore insistenza, che le cifre parlano un altro linguaggio rispetto a quello usato da lei . La nostra ex zona 12 è quella che ha, da troppo tempo, il finanziamento per quota capitaria più basso di tutta la Regione e questo, tradotto, significa meno personale, meno tecnologie, meno servizi ai nostri cittadini.

La mancanza di numerosi primari in unità operative fondamentali tra l'ospedale di San Benedetto e quello di Ascoli non può essere sottaciuta in nome di un progetto di integrazione che, a tutt'oggi, non ha prodotto alcun risultato concreto se non il razionamento degli spazi e del personale per molti reparti, tali da ridurre le sedute operatorie per l'area chirurgica, pur in presenza di liste d'attesa. Il calo degli interventi , anche in presenza di ottimi professionisti, confermano amaramente il rischio del razionamento più che la razionalizzazione dei servizi. Voglio ricordare una cifra doppiamente spiacevole: sono centinaia di migliaia gli euro che diamo a rimborso ai nostri cittadini, malati oncologici sottoposti a trattamenti radioterapici, costretti ad emigrare perché l'ospedale di Ascoli ha attrezzature molto vecchie e turni ridotti per mancanza di personale.

Riguardo ai dati di mobilità sanitaria del Piceno, che vanta nel 2011 un saldo positivo di 12 milioni, sig. Presidente ha omesso un importante particolare: la mobilità attiva è dovuta essenzialmente alle case di cura private presenti nel Comune di S. Benedetto. Nel periodo Gennaio - Ottobre 2012, a fronte di oltre 11 milioni di mobilità attiva delle case di cura, l'ospedale ne registra meno di 3 milioni.

Sicuramente dovuto all'impeto oratorio, Lei sig. Presidente ha detto che "tali risultati non nascono a caso, sono il frutto di un impegno costante del Governo regionale per potenziare specializzazioni, servizi e personale". Di quale sanità stava parlando?
Se poi siamo così bravi, non posso non ricordarle la DGR n. 1537 del 31 Ottobre di quest'anno, solo pochi giorni prima della sua visita nel nostro territorio, la quale stabilisce che "l'area dell'alta specialità è concentrata quasi esclusivamente nell'Azienda ospedaliera di Torrette e, per alcune peculiarità, nelle sedi dell'INRCA e di Marche Nord".

Ironia della sorte, nella stessa pagina un giornale locale  del 24/11/2012 (allego fotocopia) riporta la sua velata critica nei miei confronti, l'articolo dal titolo "L'inesorabile agonia dell'ospedale. Situazione al collasso con liste di attesa infinite, sale operatorie non fruibili, reparti chiusi e personale carente" e la lettera aperta a Stroppa del Sindaco Gaspari dal titolo "Se la sanità non dà risposte".
Per scongiurare la lenta agonia dei due ospedali sono fondamentali l'Azienda Ospedaliera e l'Ospedale unico. Il territorio deve fare la sua parte e lei la sua sbloccando l'iter dell'apposita proposta di legge.

Stoccaggio del gas
Quello che io contesto è l'estemporaneità dell'affermazione, dopo che per mesi ho sollecitato, insieme al gruppo PD, una discussione in maggioranza; abbiamo discusso del rigassificatore di Ancona, delle centrali a biomasse, mai dello stoccaggio.
Il servizio regionale competente alla VIA ha espresso in più occasioni l'orientamento favorevole.
Quello che non mi piace è che il mio Presidente dica, nella sostanza: sono contrario ma non conto niente perché decide Roma.
In questa situazione il Comune non ha la forza per contrattare interventi migliorativi per la qualità urbana e della vita dei quartieri Agraria e Fosso dei Galli.

Sentina
Il 14 novembre 2012 ho presentato una interrogazione (allegata) in cui chiedevo di conoscere quali iniziative intendesse adottare per impegnare il Ministro dell'Ambiente a finanziare, anche per stralci operativi, un intervento di difesa della costa avente ad oggetto l'area individuata dallo studio dell'ICRAM, oggi ISPRA, e finalizzato a salvaguardare l'unico ambiente umido costiero lungo 400 km di costa adriatica, considerato dalla UE strategico per l'area del mediterraneo e per la salvaguardia della biodiversità; in particolare e con urgenza la Torre sul porto.
In alternativa La pregavo di indicare possibili linee di cofinanziamento dell'intervento di difesa della costa, verificando la possibilità tecnica di applicare al caso di specie soluzioni innovative e sperimentali, in grado di ridurre l'impatto ambientale delle opere realizzate.
Dall'ultima scogliera di Porto d'Ascoli alla foce del fiume Tronto la distanza è di circa 1.800 metri; la realizzazione delle scogliere, nella speranza che superi la VIA, comporta l'impegno di risorse ingenti, 6/7 milioni di euro.
Penso che sarà arduo, proprio perché ricordo l'impegno onorato per la sistemazione delle scogliere della zona nord per un importo di poco superiore al milione di euro e la fatica con cui l'Assessore Donati e il sottoscritto lo hanno salvato in Consiglio Regionale dall'attacco dei rappresentanti di alcune località sottoposte ad erosione.
Se l'impresa riuscirà, eterna gratitudine.
Intanto sarebbe importante un primo impegno a difesa della "torre sul porto" nel bilancio regionale 2013.
Signor Presidente, posso sbagliare ma non uso bugie e mezze verità; mi piace il confronto aperto, aspro se necessario, ma sempre con lealtà. E' questo che manca nella sua direzione, almeno in questi ultimi tempi.

San Benedetto del Tronto, lì 5 dicembre 2012

 

05/12/2012





        
  



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