Tantissime persone, almeno diecimila, erano disposte lungo il percorso, non breve, sul quale si è snodata la tradizionale processione del Cristo Morto (v. la nostra segnalazione http://www.ilquotidiano.it/articoli/index.cfm?arcodice=2503), ieri sera a Grottammare.

Il corteo, composto di centinaia di comparse in costumi varii, è partito intorno alle 21 da piazza Peretti, scendendo verso la parte bassa della città, non prima di aver sostato davanti alla Chiesa di S. Giovanni, dove si sono aggiunte altre figure, copia della sindone, statue (l'Addolorata, S. Giovanni, la Veronica, la Maddalena) e la Sacra Bara. La testa del corteo era invece composta da soldati romani a cavallo, poi dai 'sacconi' e via di seguito, compresa la banda cittadina. Ultime le autorità (sindaco, alcuni assessori, il presidente della Provincia), poi il popolo, numerosissimo come detto, senz'altro proveniente anche dai centri vicini.

Affascinanti gli abiti, i dipinti che illustravano le 'stazioni' della passione e morte di Gesù, le stesse incongruenze cronologiche di alcuni elementi rispetto al tempo storico in cui Egli visse: per esempio il personaggio del 'Diplomatico', in frac e cilindro neri, particolarmente suggestivo. Oppure i simboli del sacrificio di Gesù, recati dagli incappucciati 'sacconi') su vassoi: dal gallo simbolo del tradimento di Pietro, al calice, alla corona di spine. E poi altri stendardi con le ultime parole del Redentore.

La processione, si diceva, ha attraversato tutta la parte bassa della città prima di rientrare e concludersi al cortile della Chiesa di S. Giovanni, verso le 23,15, sotto una luna quasi piena (luna piena il 16 aprile scorso), anch'essa partecipe dell'allestimento, come le musiche della banda cittadina o i cori di donne e di bambine.