I saldi vanno male, ma le vendite vanno peggio. Per questo la maggioranza dei commercianti continua a credere nelle vendite di fine stagione e chiede regole più moderne e trasparenti per rilanciarle. E' il dato che emerge da un'indagine Fismo (settore moda Confesercenti) - Swg su un campione di commercianti rappresentativo, secondo il quale i saldi effettuati in gennaio hanno fatto registrare una contrazione del 3,4%, a fronte però di un calo delle vendite del 6% nel corso del 2002 denunciato da oltre la metà degli intervistati. Il 63% dei commercianti continua dunque a ritenere importanti i saldi, mentre un 37% comincia a considerarli "non necessari": la maggioranza e' però d'accordo sulla necessità di regole più moderne per rendere questa forma di vendita più efficace e trasparente per i consumatori e per gli stessi esercenti.

Il 55% di questi ultimi boccia la normativa ritenendola inadeguata: il 64% degli intervistati critica in particolare i saldi troppo anticipati, mentre il 49% segnala lo scarso rispetto delle regole sulle vendite straordinarie, condannando i colleghi più scorretti che praticano i saldi camuffati a danno della maggioranza dei commercianti rispettosa di tempi e modalità delle vendite di fine stagione. Regole più chiare e trasparenti e' dunque l'esigenza espressa dalla gran parte dei commercianti che chiede però anche controlli più attenti e frequenti per garantirne il rispetto. Un modo per rilanciare i saldi da sempre considerati uno dei momenti più effervescenti per i consumi.

Un problema non di poco conto che è emerso tra i negozianti settore moda della provincia di Ascoli Piceno  è rappresentato da un nuovo fenomeno (GLI OUTLET): la nascita di sempre maggiori e nuovi spacci aziendali e le indagini di mercato rivelano un'interessante e progressivo aumento degli acquisti negli spacci aziendali italiani. Il Marchio Outlet, negli Stati Uniti per identificare, lo spazio che offre i prodotti direttamente dal produttore al consumatore, sembra essersi affermato in modo incredibile le riduzioni di prezzo vanno da un minimo del 30% ad un massimo del 70% senza parlare dei saldi di fine stagione: oramai in giro per la Provincia gli outlet non si contano più (mentre i negozianti devono sottostare a periodi per saldi e sconti presso gli outlet questo limite non esiste!!!

Il commento di un negoziante di abbigliamento di Ascoli Piceno), la Confesercenti ha avviato un'attenta relazione da inviare all'assessore al commercio della Regione Marche al fine di riflettere insieme per un sistema di controllo da avviare affinché i negozianti del settore moda non subiscano questo ultimo atto di concorrenza impossibile da contrastare.